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Doom, torna con il reboot ma la paura che suscita è la stessa

Sfide adrenaliniche senza sosta: unico obiettivo salvare la 'pelle'

Pubblicato:17-05-2016 15:39
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:44

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DOOM 2016ROMA – Doom e il suo reboot distanti 23 anni – la prima versione fu pubblicata nel lontano 1993 – eppure così vicini. Simili nello spirito di fondo che li anima, simili nella brutalità che li caratterizza, simili nel segnare lo spartiacque che li separa degli altri videogiochi sparatutto che, proprio a quella versione del 1993, devono la propria fortuna.

Una scommessa quella della id Software di riportare in vita Doom e di farlo non con un nuovo capitolo ma con un vero e proprio rifacimento della sua prima edizione (i capitoli 2 e 3 apparvero sul mercato nel 1994 e nel 2004). Una prova già vinta vista l’accoglienza ricevuta, e non solo da parte dei nostalgici. Doom 2016 si conferma il gioco adrenalinico per eccellenza, quello che fa sobbalzare dalla poltrona e che fa sgranare gli occhi dalla paura.

Doom è uno sparatutto dove l’unica legge che vige è quella della sopravvivenza. Non ci sono missioni da compiere – come nei capitoli di Call of Duty o Battlefield -, non ci sono amici da salvare. Tutto questo non c’è perché non c’è tempo di pensare ad altro se non alla propria salvezza. Il ritmo è incalzante, i mostri da abbattere tanti e tutti diversi. A guarnire le mani del marine spaziale, le uniche che si vedono e ci appartengono, armi di ogni sorta. I ‘vecchi’ giocatori ricorderanno, tra le più spettacolari, la motosega e il fucile a pompa ma anche la vecchia e cara mitragliatrice a nastro.


Doom, nella sua odierna versione, come prevedibile, si avvale di una grafica più sofisticata e di alcune modalità che in passato erano impossibili da prevedere. La mappa interattiva, ad esempio, o la possibilità di giocare on line con gli amici. Per capire il successo di Doom, quello del 1993, e cosa significò per gli appassionati di videogiochi, basti dire che i giocatori, nel mondo, si contavano a milioni (se ne stimarono circa venti milioni, una cifra assurda in mancanza di Internet e dei social network). Oggi, ma l’avventura è appena cominciata, la texana id Software è pronta a bissare il successo e le premesse ci sono già tutte.

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