“Ha preso la mia mano e l’ha appoggiata lì”: cosa ha detto il ragazzino sui presunti abusi di Don Ciro

L'episodio risalirebbe a una tre giorni di "convivenza in oratorio" nella parrocchia di San Paolo. Ad Adro, 15 anni fa, il primo allontanamento: allora le vittime furono altri 5 minorenni

Pubblicato:17-04-2025 18:31
Ultimo aggiornamento:17-04-2025 18:31
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ROMA – “Ho sentito la zip che si apriva. E la sua mano che ha afferrato la mia e l’ha appoggiata sulle sue parti intime, mi sono girato di scatto e ho notato che il parroco era sveglio”: sono le confidenze, faticose, del ragazzino che ha subito abusi da don Ciro Panigara, il sacerdote della provincia di Brescia agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggrevata a minori. Questa testimonianza, fatta in stato di choc a un’educatrice, all’indomani della terribile esperienza, ha portato alle dimissioni – forzate- del religioso dalla parrocchia di San Paolo e all’avvio delle indagini nei suoi confronti, fino alla decisione del gip degli arresti domiciliari per il 48 enne.

LE GIORNATE DI CONVIVENZA IN ORATORIO

A riportarle, il quotidiano il Corriere della Sera, che racconta qualcosa di più delle decine di abusi ai danni di sei ragazzini di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, contestate al sacerdote nel corso degli anni. L’episodio più recente, per cui non è stata fatta denuncia, ma si è proceduto d’ufficio all’inchiesta, risale a una tre giorni di ‘convivenza in oratorio’ tra ragazzini. La vittima è caduta nella rete del sacerdote perché, a differenza degli altri partecipanti, aveva portato solo il sacco a pelo e non il materassino. Di qui l’offerta di don Ciro di dormire con lui, nel suo giaciglio- attrezzato di materassino- “così sarai più comodo e sentirai meno freddo”, gli avrebbe detto l’uomo. Solo che poi è successo qualcosa che ha sconvolto il ragazzino: “A un certo punto ha cercato di prendermi la mano. Non capivo, ho pensato che gli desse fastidio la mia e mi sono spostato, oppure che semplicemente si stesse muovendo nel sonno”, ha spiegato all’educatrice. Ma il sacerdote ha continuato imperterrito nei suoi intenti, spaventato la sua vittima che all’indomani ha raccontato tutto alla segretaria parrocchiale.

LA DENUNCIA DELL’EDUCATRICE AL VESCOVO

La donna non ci ha messo molto per affrontare il sacerdote insieme alle colleghe e a contattare il vescovo. Di qui la lettera letta lo scorso gennaio durante una messa domenicale che dava comunicazione dell’interruzione immediata dell’esperienza” di don Ciro. Il rammarico nella parrocchia di San Paolo è che “se fossimo stati a conoscenza dei precedenti, le cose sarebbero andate diversamente”.

I PALPEGGIAMENTI AD ADRO E IL PRIMO ALLONTANAMENTO

Perché le indagini sono risalite al 2012 e al 2013, quando ad Adro, altro piccolo comune del Bresciano, si sarebbero avuti altri episodi di violenza su minori. Secondo la Procura le vittime sarebbero cinque ragazzini che hanno vissuto decine di abusi. “Con la scusa di mostrarci i primi computer, farci giocare e insegnarci come funzionavano- avrebbero detto- ci faceva sedere sulle sue ginocchia”. Da lì sarebbero partiti dei palpeggiamenti inappropriati. Di quei fatti nessuna delle vittime fece parola, né tanto meno denuncia, ma qualcosa era comunque già emerso all’epoca. Una ragazzina infatti, testimone diretta di uno degli episodi, ne parlò ai genitori dell’amico che li avrebbe subiti che si rivolsero al parroco e don Ciro venne allontanato. Da Andro Panigara fu trasferito all’ospedale Poliambulanza di Brescia, come cappellano. Ma dopo 10 anni e, riferisce il Corriere della Sera, “un percorso psicologico” è stato riammesso nelle parrocchie di provincia, a stretto contatto con i minorenni.

Dei quei 5 ragazzi di Adro, oggi quattro sono maggiorenni: ascoltati in Procura si sono mostrati collaborativi e solo oggi, emergerebbe dagli inquirenti, realizzano la gravità di quello che è loro successo. Il rammarico è che “se avessimo parlato prima, non sarebbe successo a qualcun altro”.

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