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Il nostro 25 aprile di Liberazione: per l’Ucraina che combatte la dittatura di Putin ma anche per la nostra libertà

Un 25 aprile con lo sguardo puntato al popolo ucraino che sta combattendo contro la cricca di Putin che governa la Russia: l'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:17-04-2023 19:18
Ultimo aggiornamento:17-04-2023 23:43

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ROMA – Come ogni anno quando arriva il 25 aprile, la nostra festa di Liberazione dalla dittatura nazi-fascista, si accendono gli animi, chi ricorda quel momento con orgoglio, chi non nasconde le proprie riserve con questa o quella sottolineatura. Ma la nostra Costituzione, sulla quale hanno giurato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e tutti i suoi ministri non è neutra, si fonda sulla democrazia in opposizione a qualsiasi volontà dittatoriale. Questo nostro 25 aprile deve servire anche a non dimenticare il popolo ucraino che sta combattendo contro la cricca di Putin che governa la Russia, quella che ormai è da considerare a tutti gli effetti una nuova dittatura di stampo nazi-fascista-stalinista. Ci torneremo. Vorrei per un attimo soffermarmi su alcuni argomenti tirati in ballo alcuni giorni fa dal professor Alessandro Orsini sulla guerra in Ucraina che tendono a mettere sul banco degli imputati i cattivi dell’Occidente, noi compresi; con parole ambigue nei confronti degli invasori russi, arrivando a giustificare addirittura vere e proprie scelte criminali. Il suo ragionare, vabbè, parte dalla sottolineatura che tutti i governi occidentali stanno manipolando l’opinione pubblica con lo scopo di convincere i cittadini che “Putin ha un esercito di pezzenti” e così convincere gli italiani a giustificare la guerra.

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Per Orsini non è così, l’esercito di Putin è forte. E anche alcune scelte vergognose (incredibile fino a dove arriva la faziosità) vanno giustificate e prese ad esempio della grande strategia del dittatore. Orsini parla della decisione di utilizzare in battaglia criminali comuni tirati fuori dalle galere e mandati al fronte. Sentite come ragiona Orsini: “… Terminati i detenuti Putin userà le truppe regolari al posto loro. Gli ucraini non usano detenuti quindi il vantaggio è per i generali russi che hanno mandato incontro a morte certa i meno addestrati a differenza degli ucraini che hanno perso ottimi soldati…. Se un soldato deve prendere un proiettile in testa dopo dieci minuti dall’inizio è meglio che sia poco addestrato giacché la perdita diventa meno onerosa per lo Stato che gli ha dato soltanto sei mesi di stipendio prima di spedirlo all’altro mondo riducendo le bocche da sfamare in carcere…”. Questo il ragionare del nostro ottimo professore che, calcolatrice alla mano, certifica che forse è meglio scendere a patti col dittatore Putin.


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Quanto ai dubbi, non solo nella Lega, ma che serpeggiano in casa M5S ed anche Pd sulla necessità di fornire armi alla resistenza ucraina, dico soltanto che non tengono conto di un semplice fatto: che in Ucraina stanno combattendo anche in difesa della nostra libertà. Perché con la vittoria della Russia governata dalla cricca di Putin, della forza e della violenza contro qualsiasi diritto internazionale, noi ci troveremo a dover fare i conti con una nuova dittatura fascista o stalinistra fate voi. Perché puoi anche protestare e dare la colpa agli altri, ma se avveleni, spari e metti in carcere gli oppositori, rendi la magistratura schiava della cricca al potere (ultimo esempio la condanna a 25 anni di carcere inflitta oggi a Vladimir Kara-Murza, storico e politico russo accusato di aver diffuso informazioni false sull’esercito russo), se ammazzi i giornalisti liberi e chiudi i giornali indipendenti, se pensi di riscrivere la storia rivendicando oggi uno ‘spazio vitale’ che ricorda tanto Hitler, se cambi a piacimento la Costituzione per restare al potere per sempre, se rapisci i bambini nelle zone di guerra per rieducarli e renderli obbedienti patrioti russi, puoi anche protestare sul termine ma, di fatto, è dittatura, fascista o stalinista poco cambia per chi la subisce. E per chi ha bisogno di appigli storici rimandiamo alla lettura del significativo libro di Antonella Salomoni per il Mulino sul  ‘Protocollo segreto, storia dei patti aggiuntivi (oltre al noto patto di non aggressione) tra il russo Molotov e il ministro nazista Ribbentrop con tanto di mappe sulla spartizione dei territori e con Stalin che giustifica questa nefandezza (sembra Putin ora) con la scusa di  voler proteggere comunità “dello stesso sangue dei russi”.

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Per questo, anche per la nostra libertà, occorre sostenere la resistenza ucraina, per arrivare ad una pace sì ma giusta e riconosciuta dal popolo ucraino, con il ritiro dell’esercito invasore dai territori occupati, con i colpevoli dei tanti crimini di guerra già certificati giudicati dal tribunale internazionale. E’ il momento di alzare la voce, soprattutto in sede Ou dove, ricordiamolo sempre, la risoluzione di condanna dell’invasione russa è stata approvata dalla stragrande maggioranza dei paesi del mondo, 141 con sol sei (6) no: insieme alla Russia solo Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e per la prima volta il Mali, tutte dittature insomma. Con Putin neanche la Cina se l’è sentita di appoggiarlo ripiegando sull’astensione. Festeggiamo quindi il nostro 25 aprile con la speranza che presto anche gli ucraini possano festeggiare la loro liberazione.

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