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Sudan, l’Onu costretta a sospendere gli aiuti alimentari: vittime e allerta saccheggi

Combattimenti in corso da giorni: le testimonianze all'agenzia Dire dalla capitale Khartoum

Pubblicato:17-04-2023 16:47
Ultimo aggiornamento:17-04-2023 16:48

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(Foto credits Wfp/Albert Gonzalez Ferran)

ROMA – Stop agli approvvigionamenti di cibo dovuti ai combattimenti tra esercito e paramilitari in corso in Sudan da sabato rischiano di aggravare un’emergenza umanitaria e portare a “saccheggi”: lo riferiscono fonti dell’agenzia Dire a Khartoum.

GLI OPERATORI DELL’ONU UCCISI

Le testimonianze sono state rese dopo che il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) ha sospeso le sue operazioni nel Paese. La decisione, comunicata ieri, ha seguito l’uccisione di tre dipendenti dell’organizzazione. Le vittime, ha riferito la direttrice esecutiva del Pam, Cindy McCain, sono state colpite a morte mentre erano al lavoro nella località di Kabkabiya, nella regione occidentale del Darfur.
Secondo il Programma alimentare mondiale, un aereo utilizzato dall’organizzazione è stato “danneggiato in modo significativo” durante uno scambio di colpi di arma da fuoco tra opposte fazioni mentre si trovava sulla pista dell’aeroporto internazionale di Khartoum.
“Il Pam è impegnato ad assistere la popolazione sudanese in una situazione di grave insicurezza alimentare”, ha detto McCain, “ma non può farlo se l’incolumità degli operatori e dei partner non è garantita”.


LE FONTI A KHARTOUM

Preoccupazione è espressa anche dalle fonti della Dire. “Siamo al terzo giorno di combattimenti e la situazione non sembra migliorare” dicono da Khartoum. “Da 24 ore non c’è elettricità e speriamo che il gasolio duri un po’ di giorni per far funzionare il generatore” riferisce una delle fonti. “Se si andrà avanti così per una settimana sarà dura: cominceranno i saccheggi da parte della gente perché la fame è fame e in una situazione del genere i bombardamenti non sono l’unica preoccupazione”.

TORNA A TRASMETTERE LA TV DI STATO

La televisione di Stato del Sudan è tornata a trasmettere oggi, due giorni dopo lo stop della diretta seguito al rumore di spari all’interno o nei pressi della redazione. Durante i programmi una scritta in sovrimpressione ha indicato che “le forze armate hanno potuto riprendere il controllo dell’emittente nazionale dopo tentativi ripetuti di distruggerla da parte delle milizie”.

SCONTRI TRA ESERCITO E PARAMILITARI

La sede della tv si trova nel centro della capitale Khartoum. Da sabato in Sudan sono in corso sparatorie e scontri a fuoco tra i reparti fedeli al capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan, e i paramilitari delle Forze di intervento rapido (Rsf), ai comandi di Mohammed Hamdan Dagalo, detto Hemeti, il “piccolo Maometto”.

SPARI IN DIRETTA

Lo stop alle trasmissioni di sabato è stato documentato anche da un video registrato pochi attimi prima e rilanciato sulle reti sociali. Nel filmato si vede un presentatore che continua a parlare mentre si odono colpi di arma da fuoco, senza scomporsi o fermarsi finché non si sente un rumore ancora più forte e più vicino.

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