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VIDEO | Coronavirus, Crui: “Bene didattica a distanza, ma avrà bisogno di organico”

Intervista a Ferruccio Resta, presidente della Conferenza dei Rettori italiani

Pubblicato:17-04-2020 13:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:09

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ROMA – Bene la didattica a distanza fino ad oggi, ma per metterla per il futuro e’ necessario intervenire sull’organico. Ferruccio Resta, presidente della Conferenza dei Rettori italiani, durante un’intervista all’agenzia Dire fa un quadro a tutto tondo sulla situazione attuale degli atenei in Italia. Quindi, Dad, reclutamento ricercatori, prossime fasi dell’emergenza e test d’ingresso. Anche lui, come il ministro Manfredi e altri Rettori, si unisce al coro sul felice esito della didattica a distanza per quel che riguarda le universita’: “In meno di un mese il 94% degli insegnamenti e’ stato erogato con la modalita’ a distanza, in maniera tempestiva, coordinata e omogenea”. Non ci sono state infatti particolari differenze tra nord e sud: “La Dad ha seguito le aree di contagio, partendo nelle regioni settentrionali perche’ li’ si e’ diffuso prima il virus”.

LE PROSPETTIVE SUL FUTURO

Per le fasi 2 e 3, fino a gennaio 2021, ci si affidera’ ancora alla didattica a distanza: “Sara’ uno strumento importante per i fuori sede e per gli stranieri, impossibilitati a raggiungere le singole universita’, ci stiamo attrezzando per una modalita’ mista che possa offrire entrambe le possibilita’”.


E ancora, “obiettivo comune- ha spiegato il presidente Crui- e’ quello di avere una normalita’ per affrontare il prossimo anno accademico”, per questo, “e’ necessario chiudere le ammissioni il prima possibile, in particolare, con i test on line a distanza. Si tratta di prove relativamente semplici a risposta multipla, e con dei software adeguati e’ possibile garantire sia il riconoscimento delle identita’ che la correttezza dell’esecuzione del test”.

Tuttavia, se la didattica e’ uscita piu’ o meno indenne dall’impatto del virus, lo stesso non puo’ dirsi dell’organico, gia’ in crisi prima dell’emergenza: “Molte universita’ hanno continuato a fare concorsi per i pochi posti a disposizione, anche in questo caso telematici. Stiamo aspettando con grande impazienza, 1.600 posti per ricercatori a tempo determinato di tipo B che dovrebbero arrivare entro la fine di aprile per poter procedere rapidamente al loro reclutamento, indispensabile per affrontare il prossimo anno accademico. La didattica a distanza ha bisogno di piu’ persone perche’ per poter sostenere gli esami le classi devono essere piu’ piccole. Da questo punto di vista dobbiamo iniziare a strutturarci per avere un rapporto docente-studenti piu’ vicino agli standard internazionali”

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