ROMA – L’Osce ‘boccia’ il referendum costituzionale vinto da Erdogan in Turchia. E’ un giudizio molto duro quello degli osservatori internazionali, che osservano come la competizione si sia svolta “in condizioni di disparità” e senza rispettare gli standard internazionali. Sotto i riflettori proprio le schede prive di timbro ufficiale, contro cui avevano subito puntato il dito le opposizioni annunciando ricorso. Mentre la commissione elettorale suprema turca, sul punto, già ieri sera aveva respinto qualunque ipotesi di irregolarità, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sostiene che aver ammesso come valide quelle schede ha compromesso l’esito regolare del referendum facendo venire meno “importanti salvaguardie”. Per gli osservatori non dovevano essere contate.
Con il 51,3% dei voti, passa in Turchia il referendum costituzionale che fa di Recep Tayyip Erdogan un super-presidente su cui si concentrano tutti i poteri dello Stato. Con la riforma, infatti, i poteri del Parlamento si riducono, l’esecutivo è totalmente concentrato nelle mani del presidente e sparisce di fatto la figura del premier. Sul risultato, le opposizioni hanno annunciato ricorsi lanciando accuse di brogli. Nel mirino, in particolare, l’altissimo numero di schede prive di timbro ufficiale utilizzate in molti seggi. Il capo della commissione elettorale, però, nella serata di ieri ha ribadito che quelle schede sono regolari e respingendo le accuse di irregolarità.
Il ‘no’ ha vinto nelle città principali tra cui Istanbul (51,4%), Ankara (51,2%) e Smirne (oltre 70%), mentre a consegnare il potere nelle mani di Erdogan è stato sopratutto il voto all’estero (dalla Germania all’Olanda, passando per Austria e Belgio, in alcuni casi con picchi anche superiori al 60%).
Non si sono fatte attendere le reazioni sul fronte internazionale. Il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha chiesto di interrompere le trattative per l’ingresso di Ankara nella Ue sostenendo che alla luce dell’esito del referendum, “la Turchia non può essere un membro”.
“Prendiamo atto del risultato delle consultazioni referendarie e attendiamo il completamento delle verifiche di rito e la valutazione finale degli osservatori della missione Osce-Odihr“. Cosi’ il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, sugli esiti del referendum in Turchia. Nel frattempo, prosegue, “coerentemente con l’appartenenza della Turchia al Consiglio d’Europa, auspichiamo un raffreddamento delle tensioni interne al Paese e, inoltre, un coinvolgimento delle opposizioni nel percorso di implementazione delle riforme”.
“Con il referendum costituzionale Erdogan ha chiuso le porte all’Europa. Un altro duro colpo contro la democrazia e lo Stato di diritto. Chiediamo al Consiglio europeo di prevedere tutte le misure per sospendere i negoziati di adesione all’Ue una volta che la Turchia avrà deciso di attuare i 18 emendamenti costituzionali”. Lo scrive su facebook Gianni Pittella (Pd), presidente del Gruppo S&D in Parlamento europeo. “Sono state inoltre rilevate diverse irregolarità nel voto referendario e attendiamo con ansia le valutazioni ufficiali di OSCE e ODIHR- aggiunge-. Siamo convinti che la maggior parte dei cittadini turchi considerino ancora democrazia e stato di diritto come punti di riferimento importanti. Erdogan sta invece trasformando sempre di più la Turchia in un regime autoritario personale. L’Europa non può chiudere un occhio e restare in silenzio.
“Da oggi, con il referendum farsa, al termine di una campagna elettorale con opposizioni zittite a suon di arresti e censura ai giornali scomodi, un referendum deciso da appena un 1,3 milioni di voti quando le schede contestate e in odore di brogli sono almeno il doppio, la Turchia è ufficialmente diventata un sultanato islamico con tutti i poteri istituzionali nelle mani del dittatore Erdogan, che adesso potrebbe anche ristabilire la pena di morte. A questo punto l’Europa abbia un sussulto di dignità e batta un colpo, annunciando la fine di ogni possibile negoziato per l’ingresso della Turchia nella Ue, un Paese che mai potrà fare parte dell’Europa. E comunque complimenti davvero ai geni di Bruxelles, alla Merkel e allo stesso Renzi, che per anni si sono intestarditi illudendosi davvero di aprire le porte dell’Europa a questa Turchia”. Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord.
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