NEWS:

Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio: “Delta racconta l’Italia di oggi”

Dal 23 marzo al cinema, 'Delta' è il nuovo film di Michele Vannucci che torna a lavorare con Borghi dopo 'Il più grande sogno'

Pubblicato:17-03-2023 17:03
Ultimo aggiornamento:17-03-2023 17:03

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Una storia ambientata sul Delta del Po che racconta l’Italia di oggi attraverso violenza, odio, paura del diverso e crimini contro l’ambiente. E poi ci sono i silenzi, i colori cupi, la nebbia, l’acqua, il fango e lo scontro tra bracconieri e pescatori. ‘Delta’, il nuovo film di Michele Vannucci (‘Il più grande sogno’), racconta di italiani e immigrati con la costante ansia di dover sopravvivere alla vita. Come Osso (Luigi Lo Cascio), ambientalista alle prese con i bracconieri: pescatori Danubio trapiantati in Emilia per cercare sostentamento.

LEGGI ANCHE: Alessandro Borghi: “Ora in politica c’è lei, che meraviglia!”

BORGHI: NON CI SONO EROI O CATTIVI

Tra questi, c’è Elia (Alessandro Borghi) che pesca illegalmente con l’uso di scariche elettriche. Il dialogo tra le due comunità sembra non arrivare mai: lo Stato non c’è e regole non ci sono. E in quello scenario, tra il grigio e il verde, si scontrano. Qui non ci sono eroi e nemmeno buoni o cattivi.


È un film che parla di quanto sia difficile per molte persone mettersi nei panni degli altri, è un film sull’empatia e su quanto la vita, a volte, decida al posto nostro“, ha raccontato Borghi all’agenzia Dire.

LO CASCIO: È UN PO’ COME LA POESIA

“È la fotografia dell’Italia, tutto quello che accade lì ci riguarda tutti. È un po’ come la poesia: è un’esperienza singolare ma che può essere universale”, ha spiegato Luigi Lo Cascio. “Raccontiamo una storia italiana in un luogo sconosciuto, in cui ho girato con dei veri ecologisti del luogo. Inoltre – ha continuato – ho avuto modo di conoscere anche l’uomo che ha ispirato il personaggio di Osso”.

BORGHI: IL CINEMA POTENTE MEZZO DI COMUNICAZIONE

Il cinema si fa da sempre portatori di storie e di messaggi politici per fare ‘rumore’. “Il cinema è uno strumento politico meraviglioso. Quando abbiamo girato ‘Sulla mia pelle’ (il film sul caso Cucchi, ndr) nessuno aveva idea di quello che sarebbe successo, noi volevamo soltanto raccontare una storia. Quello che è successo dopo l’uscita è grazie alla potenza del cinema come strumento di comunicazione. Non dico che ci sia sempre la necessità di fare film per dare un messaggio politico – ha proseguito Borghi – ma quando si decide di farlo sicuramente il grande schermo sarà in grado di aumentare in maniera esponenziale quella comunicazione”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it