NEWS:

Bologna crede nella cooperazione internazionale e guarda ad Africa e Mediterraneo

Il sindaco Matteo Lepore e il consigliere Stefano Manservini sono intervenuti all'incontro Ambrosetti-Codeway

Pubblicato:17-03-2022 18:45
Ultimo aggiornamento:17-03-2022 18:50
Autore:

codeway-min
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Bologna guarda “alle sfide globali”, anche con la creazione di una squadra ad hoc, nell’ottica di “giocare un ruolo in scenari come l’Africa e il Mediterraneo”, forte della sua dimensione di città “della conoscenza, delle università, delle imprese”. A dirlo è il sindaco del capoluogo emiliano, Matteo Lepore. L’occasione è un incontro dal titolo ‘La cooperazione internazionale: opportunità per le aziende italiane nel quadro della nuova strategia del governo’, organizzato da The European House – Ambrosetti e Codeway in forma mista, online e dal vivo, all’Hotel Carlton di Bologna.

L’iniziativa vuole essere una tappa di avvicinamento a Codeway Expo, appuntamento fieristico della cooperazione internazionale allo sviluppo previsto a Roma fra il 18 e il 20 maggio. Lepore premette: “Abbiamo deciso di impostare un squadra che sia in grado di affrontare la sfida globale anche nelle trasformazioni importanti che il mondo sta attraversando, a partire da Annalisa Boni, già segretaria generale di Eurocities, la rete della città europee, assessore alle Relazioni internazionali, progetti europei e transizione energetica, e Stefano Manservisi, consigliere proprio per quanto riguarda la cooperazione internazionale, rapporti con l’Europa, il Mediterraneo e l’Africa”.

La prospettiva allora, secondo il sindaco, è quella di “sviluppare collaborazioni con le imprese e il terzo settore sul nostro territorio”, perchè “dobbiamo riportare qui dei presidi strategici di diverse catene del valore, della produzione di energia e delle fonti rinnovabili e dobbiamo far sì che anche in altri territori ci siano progetti che funzionano”. L’obiettivo di Bologna, sottolinea Lepore, è “svolgere un ruolo in diversi ambiti con la sua università e le sue aziende, in scenari come l’Africa e il Mediterraneo”.


Ad approfondire il tema e a fornire un contesto, anche a livello europeo, è appunto Manservisi, già direttore generale a Bruxelles per la Cooperazione internazionale dell’Unione Europea. Il consigliere parla in videocollegamento da Niamey, la capitale del Niger, e apre dicendo che “il concetto stesso di Cooperazione internazionale allo sviluppo è cambiato, non c’è più un donatore ricco del Nord del mondo che trasferisce risorse al Sud povero, ma c’è una tensione verso una trasformazione del mondo per vivere meglio insieme”. In questo contesto le imprese avrebbero un ruolo centrale.

Secondo Manservisi, “il quadro che si sta delineando per il modello italiano è quello dell’asse imprese-banca di sviluppo, ruolo assunto da Cassa depositi e prestiti (Cdp)-assistenza tecnica grazie all’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo”. Il consigliere continua: “Di sfondo gli strumenti messi a punto dall’Ue, centrali nel fare da leva per l’investimento privato e per tutelare dai rischi le imprese. Sono due in modo particolare: il Global Europe, da 80 miliardi di euro, e il Global Gateway, che può mobilitare fino a 300 miliardi”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it