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“Una sceneggiata”, il nuovo concept album di Francesco Forni

Domani la presentazione al teatro Bolivar di Napoli. Poi tappe a Roma e Milano

Pubblicato:17-03-2022 17:33
Ultimo aggiornamento:17-03-2022 17:33

francesco forni
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NAPOLI – “Sono partito lavorando alla colonna sonora di un spettacolo teatrale, Spacciatore, soggetto di Pierpaolo Sepe e la drammaturgia di Andrej Longo, andato in scena solo a maggio scorso al teatro Mercadante, causa pandemia, e qui, per la prima volta, mi sono trovato a scrivere delle canzoni in napoletano e questa cosa mi ha aperto un mondo nuovo che non sapevo neanche di avere. Da napoletano, da un certo punto in poi della mia vita sono andato a cercare, perché curioso, cose lontane da me andando a studiare e ascoltare qualsiasi cosa e anche a cercare nella creatività la possibilità di spaziare. In questa occasione ho trovato, invece, un’aderenza totale con delle canzoni che, sulla carta, dovevano essermi molto lontane e invece, raccontando la storia, dando voce a tanti personaggi, alla fine ho toccato delle mie corde molto intime e questa cosa mi ha molto coinvolto. Partendo da questo spettacolo, quindi, ho allargato il discorso e sono andato a sviluppare questa storia nella mia direzione e non in quella dello spettacolo. Mi sono ritrovato così con queste canzoni che fanno parte del disco”.
Così alla Dire Francesco Forni racconta la genesi del suo ultimo lavoro discografico, “Una sceneggiata”, che sarà presentato domani sera, dalle 21:30, al teatro Bolivar di Napoli.

Tredici brani, sotto l’etichetta SoundFly, che il cantautore ha scritto e cantato in napoletano e che domani interpreterà nell’ambito di un evento targato “Nu Tracks”. Sul palco, ad accompagnare Forni, Sebastiano Forte (chitarra elettrica), Carmine Iuvone (basso/violoncello) e Fabiano Giovanelli (batteria).
Sul singolare nome dell’album l’artista spiega: “perché la sceneggiata ti permette di utilizzare degli archetipi, alla fine è la versione più popolare del melodramma, è la versione italiana del dramma shakespeariano, è l’evoluzione della tragedia greca. I personaggi che ho utilizzato in “Una Sceneggiata” corrispondono a degli archetipi e con il pretesto di una storia puoi poter dire tante cose”. Anticipato dall’uscita di “Pure si fosse” l’album racconta una storia d’amore.

Il contesto è “la strada” con tutte le sue contraddizioni e le sue insidie. Una sorta di West side Story ambientata nei vicoli del centro storico di Napoli, dove un ragazzo che inizia a lavorare alla piazza di spaccio de La Sposa si innamora di una studentessa fuorisede di buona famiglia. Le conseguenze saranno disastrose e solo il gesto di sacrificio di Dragonbol, tossico/supereroe, tirerà fuori dai guai i due innamorati.
Il disco nasce per essere suonato dal vivo, ammette Forni, e “il suo supporto fisico, piuttosto che la versione digitale fanno parte del merchandising. Sono un ricordo, un oggetto bello da avere a casa per chi lo vorrà. Il lavoro sul disco è stato concepito come un concept da portare in giro in Italia e all’estero. Le musicalità espresse lo rendono molto vicino a un lavoro di world music piuttosto che di semplice cantautorato”.


I brani sono nati nel corso di una permanenza a Napoli di Forni durante il periodo della zona rossa e “pur essendo napoletano, ma non vivendoci più da molto tempo, per la prima volta ho vissuto una città molto emozionante. Venivamo dalla chiusura e le emozioni erano tutte moltiplicate. L’anno scorso per me è stato un anno difficile per alcune mie vicende personali e tutto questo lavoro – confessa -, tutti questi testi anche se ho usato dei personaggi per farli cantare mi risuonano molto”. A chiudere l’album il brano “Prenditi cura di me”, “solo il titolo è in italiano” precisa l’autore, una sorta di “preghiera, una richiesta di vicinanza umana” cantata da Dragonbol a bassa voce, con pochi strumenti, senza fronzoli ma diritta al cuore.

Oltre all’appuntamento di domani a Napoli, in attesa di stilare il calendario di una vera e propria tournée, Francesco Forni sarà con “Una Sceneggiata” a Milano il 25 marzo allo spazio Germi e a Roma, il 27 marzo, all’Angelo Mai.

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