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Roma, linea Letta sui candidati sindaco: ecco perché Gualtieri è in stand-by

Il nuovo segretario del Pd avvisa i naviganti: l'aria è cambiata e da ora sarà lui, di intesa con i territori e tenendo a mente le alleanze a livello nazionale, a gestire la partita delle candidature alle elezioni amministrative di ottobre

Pubblicato:17-03-2021 19:49
Ultimo aggiornamento:17-03-2021 19:49

roberto gualtieri
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ROMA – “Saranno i territori a scegliere i candidati sindaco nelle città”. Era più o meno questo il mantra che ripeteva Nicola Zingaretti, quando era alla guida del Pd, che è valso pure per Roma e che ha determinato il percorso che ha portato fino al coinvolgimento di Roberto Gualtieri, al quale era stata chiesta la disponibilità a correre per fare il sindaco di Roma. Ma da domenica c’è Enrico Letta alla guida dei dem e la musica è cambiata: sarà il Nazareno, di intesa con i territori e tenendo a mente le alleanze a livello nazionale, a gestire la partita delle candidature a sindaco in vista delle elezioni amministrative di ottobre, Capitale compresa.

Quella che può sembrare una frenata nei confronti della corsa dell’ex ministro delle Finanze per il Campidoglio, in realtà è un cambio di marcia nell’impostazione, che vuole Letta più protagonista di quanto non intendesse esserlo Zingaretti. Senza per questo “escludere” i territori. Non a caso ieri sera l’ex presidente del Consiglio ha incontrato il segretario del PD Lazio, Bruno Astorre, e quello del PD Roma, Andrea Casu. Ai due aveva spiegato la nuova linea, poche ore dopo che tutti i media avevano dato per ufficiale la candidatura di Gualtieri a sindaco di Roma, quando di ufficiale non c’era nulla, soprattutto perché il percorso che aveva portato Astorre e Casu a sondare la disponibilità dell’ex numero del Mef non è quello che ha in mente Letta. Il quale non ha dubbi sul fatto che quello di Gualtieri sia “un ottimo nome” ma non dimentica la necessità di affrontare la questione Roma (al pari delle altre amministrative) tenendo conto dello scacchiere politico nazionale del centrosinistra e del tentativo (laddove possibile) di mettere in campo nei vari territori candidati sostenuti da alleanze che vedano insieme PD, 5 Stelle, sinistra, Italia Viva e la stessa Azione.

La possibilità che questo progetto si realizzi su Roma non è molto alta. Intanto perché i pentastellati il loro candidato lo hanno già annunciato ed è Virginia Raggi, che cercherà il bis. Poi, da ottobre Carlo Calenda è già in campagna elettorale. Il leader di Azione ha reagito male agli annunci “ufficiosi” sulla candidatura di Gualtieri e ha avvisato che non parteciperà alle primarie del centrosinistra.


Letta vuole provare a ricucire questo strappo, anche perché due candidati sindaco di centrosinistra finirebbero per avvantaggiare gli avversari, e per questo lo incontrerà. E lo stesso farà probabilmente con Giuseppe Conte, leader in pectore, e gli altri leader nazionali dei partiti del “campo largo” che vorrebbe costruire per tenere o riconquistare quante più amministrazioni comunali ad ottobre.

Se ne parlerà ad aprile ma intanto il nuovo segretario del Pd, proprio approfittando del caso Roma, ha lanciato l’avviso ai naviganti: la musica è cambiata, per i candidati sindaco si passa da lui.

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