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Astrazeneca, se i leader ci mettono il braccio è un’iniezione di fiducia

Il passo indietro di Merkel, Macron e Draghi ha inferto un colpo alla fiducia delle opinioni pubbliche dei rispettivi paesi nei confronti di Astrazeneca

Pubblicato:17-03-2021 16:51
Ultimo aggiornamento:17-03-2021 16:51

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ROMA – Farsi vaccinare con Astrazeneca per ricreare un clima di fiducia nel Paese. Il ‘lodo Boris’ potrebbe offrire ai leader politici italiani un’occasione imperdibile nella direzione di ristabilire una connessione sentimentale tra loro e il popolo.

Un passo indietro. Le notizie rilanciate con enfasi al limite dell’allarmismo sulle morti ‘provocate’ dal vaccino anglo-svedese, hanno trovato una paradossale, anche se non voluta conferma, nella decisione di tre Stati Germania, Francia e Italia di sospenderne la somministrazione fino al via libera, previsto per giovedì 18 marzo, da parte dell’Ema. Alla vigilia del responso, tutti scommettono che il giudizio di Bruxelles sarà positivo. E lo hanno fatto per primi Mario Draghi e Emmanuel Macron che hanno siglato un’intesa informale per la ripresa delle vaccinazioni subito dopo il via libera Ema.

Lo ha chiarito una volta di più oggi la presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen, con la formula che più di tutte trasmette fiducia: “Io mi fido di AstraZeneca, mi fido del loro vaccino”, ha detto. Un messaggio rivolto ai 50 milioni di europei che si vaccineranno nel primo semestre 2021.


Indipendentemente dalle rispettive volontà, infatti, il passo indietro di Merkel, Macron e Draghi ha inferto un colpo alla fiducia delle opinioni pubbliche dei rispettivi paesi nei confronti di Astrazeneca.

Ora c’è l’occasione per recuperare. Nella chiave personalistica che oggi va tanto di moda e che il premier inglese Boris Johnson incarna alla perfezione. Farsi vaccinare con il vaccino contestato. Farlo in pubblico. Un’opportunità per i capi dei governi, e di più ancora per i leader di partito. Al di là degli schieramenti, sarebbe la prova di sentire davvero un destino comune, alla vigilia peraltro della giornata nazionale delle vittime da Covid. È il momento di metterci la faccia. E il braccio.

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