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Vaccino, Moderna avvia fase 2 e 3 su bambini. I pro e i contro

La maggiore preoccupazione la esprime David Wohl dell'Univesità del Nord Carolina: "Non dovremo imparare prima cosa succede nei ragazzi più grandi, per poi passare ai bambini veramente piccoli?"

Pubblicato:17-03-2021 14:55
Ultimo aggiornamento:17-03-2021 14:55

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ROMA – “Sicuramente non prima dell’estate“. È questa la risposta che il New York Times darebbe ai genitori che si chiedono quando e semmai i propri figli potranno essere vaccinati. Se ieri, infatti, è arrivata la notizia che Moderna ha avviato la fase 2 e 3 dello studio che rivelerà se è possibile vaccinare i bambini tra i 6 mesi e i 12 anni, Pfizer e Moderna con l’inizio del 2021 avevano già avviato le ricerche sulla popolazione tra i 12 e i 17 anni. Moderna, dunque, sta già testando il vaccino su 3.000 adolescenti e i risultati “dovrebbero arrivare” proprio durante “l’estate”. Poi dovrà essere autorizzato per i bambini e soltanto allora si potrà procedere.

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L’attuale scenario può esser letto con pro e contro. La maggiore preoccupazione sulle vaccinazioni dei bambini, ad esempio, la esprime David Wohl, direttore medico della clinica di vaccinazione dell’Univesità del Nord Carolina sentito dal Nyt: Non dovremo forse aspettare e “imparare prima cosa succede nei ragazzi più grandi, per poi passare ai bambini veramente piccoli?”. La corsa, però, è quella all’immunità di gregge, per cui dall’altro lato “la vaccinazione dei bambini viene considerata cruciale“, tanto da portare l’American Academy of Pediatrics a richiedere, già a dicembre 2020, l’espansione delle sperimentazioni vaccinali per includere anche i minori. Altro nodo da sciogliere è quello degli effetti collaterali che, come riporta il Nyt, dalla “febbre alle braccia doloranti”, passando per “l’affaticamento nelle articolazioni e nei muscoli, possono essere più intensi nei bambini rispetto agli adulti”.


Dal canto suo, lo studio più recente sui ‘piccolissimi’ – tra i 6 mesi e i 12 anni – sta già dando i primi risultati. È avvenuto con due iniezioni a 28 giorni di distanza. Nella prima parte della ricerca, i bambini tra i 2 e i 12 anni hanno ricevuto due dosi da 50 e 100 microgrammi ciascuna. I piccolissimi, gli under2, hanno ricevuto invece due dosi di 25, 50 o 100 microgrammi. Lo studio, difatti, sta procedendo con l’iniezione delle dosi più basse, a cui segue un monitoraggio delle reazioni sui minori, previa somministrazione delle dosi più elevate. Questa la prima fase della ricerca, che si dovrebbe concludere con un’analisi ad interim per determinare quale dose sia la più sicura e protettiva per ciascuna fascia d’età. Nella fase 2 apertasi ieri, poi, i minori riceveranno le dosi selezionate dall’analisi, o in alternativa una fiala di acqua salata che costituisce il campione placebo. Lo studio è stato implementato con la collaborazione del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) e la Biomedical Advanced Research and Development Authority (Barda). I bambini saranno monitorati per un anno, per cercare gli effetti collaterali e per misurare i livelli di anticorpi che, sottolinea il New York Times, “saranno l’indicatore principale”. A detta del dottor Wohl, sentito dal quotidiano statunitense, “lo studio sembra ben progettato e probabilmente efficente”. Sottolinea, però, ancora una volta, lo stupore nel vedere “il vaccino testato su bambini così piccoli, così presto”, oltre al fatto che Moderna seguirà i bambini in follow-up “per un anno soltanto- si legge sul quotidiano- a fronte della popolazione adulta che, nello studio della medesima società, è e sarà seguita per due anni interi”.

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