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Coronavirus, i lavoratori di Amazon si mobilitano: “Nessuna tutela, consegne non valgono il contagio”

Stato di agitazione negli stabilimenti di Passo Corese (Roma) e Torrazza Piemontese (Torino) dove e' stato riscontrato un caso di positivita' al Covid-19, e sciopero a Castel San Giovanni, Piacenza

Pubblicato:17-03-2020 12:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:09
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ROMA – “Le lavoratrici e i lavoratori di Amazon si mobilitano per la loro salute poiche’ la multinazionale dell’e-commerce continua a non garantire le giuste tutele. L’impresa antepone la produttivita’ e il profitto alla salvaguardia della sicurezza personale dei dipendenti”. Cosi’ in una nota la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, che ricorda lo stato di agitazione negli stabilimenti di Passo Corese (Roma) e Torrazza Piemontese (Torino) dove e’ stato riscontrato un caso di positivita’ al Covid-19, e lo sciopero in quello di Castel San Giovanni, Piacenza.

Mobilitazioni di cui, in queste ore, hanno dato gia’ notizia le categorie Filt, NIdiL, Filcams di Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. “Sono ancora tante, troppe le carenze di Amazon”, denuncia Scacchetti.

“Dal mancato rispetto del distanziamento sociale minimo, previsto dalle disposizioni del Ministero della Salute, all’assenza di regole per evitare gli assembramenti in ingresso e in uscita, all’indisponibilita’ ad offrire strumenti di protezione, mascherine e guanti usa e getta. Infine – aggiunge – l’azienda non e’ minimamente disponibile a rimodulare i turni di lavoro nei reparti“.


“Forti del Protocollo firmato con Governo e Confindustria- dichiara la dirigente sindacale- ad Amazon abbiamo chiesto assieme a Cisl e Uil di confrontarci per valutare quali attivita’ siano realmente a rischio e quali possano essere temporaneamente sospese, ma abbiamo riscontrato un atteggiamento di totale chiusura che pare ignorare il dramma collettivo“.

Per la segretaria confederale “il protocollo non e’ un ostacolo da aggirare, ma uno strumento che le aziende devono utilizzare per coniugare la tutela della salute dei propri dipendenti con la necessita’, laddove sussistano le condizioni, di dare continuita’ al servizio. Per questo- afferma Scacchetti- chiediamo ad Amazon di aprire subito un confronto serio in tutti i siti, coinvolgendo le imprese che tramite i loro driver garantiscono le consegne, e di dare priorita’ al trasporto di merci di prima necessita’, generi alimentari, approvvigionamenti sanitari e farmacologici. Nessun ordine spedito nei tempi vale il rischio di un contagio per chi deve provvedere ad evaderlo e consegnarlo”, conclude Scacchetti.

AMAZON ASSICURA: MASSIMA TUTELA PER ADDETTI E CONSEGNE

“Il benessere dei nostri dipendenti, dei nostri fornitori e dei nostri clienti e’ al primo posto” e quindi Amazon sta “seguendo rigorosamente le indicazioni fornite dal Governo e dalle autorita’ sanitarie locali nell’implementare in tutti i siti le giuste misure per contenere l’emergenza sanitaria in corso”. Lo assicura il colosso dell’e-commerce dopo gli scioperi proclamati dai sindacati a Castel San Giovanni e Passo Corese.

I dipendenti di Amazon stanno lavorando per consegnare ai clienti, “molti dei quali non hanno altre alternative che la consegna a casa per ricevere cio’ di cui hanno maggiore necessita’” e, in questo contesto, a partire da questa settimana si sta “dando la priorita’ alla ricezione e alla spedizione degli articoli di cui i nostri clienti hanno maggiormente bisogno in questo momento. Parliamo di prodotti come generi alimentari, prodotti per la salute e la cura personale, oggetti necessari per lavorare da casa, libri e giocattoli per bambini”.

Nel frattempo nei magazzini si sono alzate le difese contro il contagio da coronavirus, e lo si e’ fatto “fin dall’inizio dell’emergenza”, specifica Amazon citando una maggiore frequenza delle sanificazioni e delle pulizie “in tutti i siti”; la comunicazione al personale delle misure indicate dal ministero della Sanita’ per prevenire la diffusione del contagio, da quelle igienico sanitarie a come comportarsi nel caso non si sentissero bene; la raccomandazione di “preservare la distanza di un metro”.

Inoltre, Amazon ha sospeso meeting a inizio e durante il turno “laddove non e’ possibile mantenere la distanza interpersonale raccomandata” e ha disposto diversamente le sedie in mensa e nelle aree comuni “in modo che si possano mantenere le distanze raccomandate”. Amazon ha anche sospeso o adeguato le attivita’ che non rispettano le linee guida sulle distanze raccomandate tra le persone.

Inoltre, sono state riviste o regolamentate le modalita’ di accesso e uscita del personale ai siti, agli spogliatoi, nei pressi delle timbratrici, dei tornelli e della reception. Gli addetti alle consegne sono tenuti inoltre a mantenere una distanza precauzionale di almeno un metro dal cliente. Una volta raggiunto l’indirizzo di consegna, l’autista dovra’ suonare o bussare alla porta, e lasciare il pacco a terra, arretrando di almeno un metro dalla porta mentre attende che il cliente ritiri il pacco. Per eliminare ogni tipo di contatto, “non richiediamo inoltre la firma del cliente al momento della ricezione”, sottolinea Amazon.

“Continuiamo a monitorare attentamente questa situazione che e’ in continua evoluzione, lavorando a stretto contatto con le autorita’ sanitarie locali e nazionali per capire quali misure verranno applicate e prevenire i rischi. I nostri dipendenti vengono avvisati immediatamente su tutte le misure implementate”, conclude il colosso dell’e-commerce.

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