NEWS:

Sud, Prezioso (Industriali Napoli): “Dipende da Campania, abbiamo responsabilità forti”/VIDEO

Intervista a tutto campo ad Ambrogio Prezioso, presidente dell'Unione industriali di Napoli. L'associazione compie 100 anni

Pubblicato:17-03-2017 13:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:01

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NAPOLI – “Confindustria ha posto un tema, in particolare con il presidente Boccia. Il meridione non è un problema del Mezzogiorno ma dell’Italia. Il Paese riparte se questa palla al piede che è il Mezzogiorno comincia a crescere e riduce il proprio gap. Ma il Mezzogiorno dipende dalla Campania e la Campania dipende da Napoli: abbiamo responsabilità forti”. E’ il messaggio lanciato da Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione Industriali di Napoli, intervistato dall’agenzia Dire dopo la celebrazione del centenario dell’Unione, nata a Napoli nel 1917. “Il nostro centenario – ricorda Prezioso – ha uno sguardo rivolto al passato perché sapere dove si viene è importante per il futuro, ma è anche un ponte verso il futuro che celebriamo con 4 eventi, il primo tenutosi all’iOS Developer Academy Apple di San Giovanni a Teduccio”.

La sfida da cogliere per il futuro “è l’industria 4.0, una sfida impegnativa e complessa – sottolinea il numero uno degli industriali – che dobbiamo per forza assumere per recuperare quel patrimonio di Pmi molto presente nel territorio. Ci dobbiamo credere, anche se le condizioni non sono ottimali, trovando risorse e capacità per ricreare un clima sereno per l’impresa”. La strategia giusta “è quella dello stare insieme, non esiste più un imprenditore che si mette a capo di un’azienda senza collaborare con le aree fondamentali per il suo sviluppo”. Per Prezioso occorre poi puntare sulle start-up “sono l’innovazione – dice l’imprenditore -, un ambiente fertile, innovativo e creativo. Un vero sviluppo del settore passa da una caratteristica fondamentale: creare e valorizzare la cultura del team”.


SCAMPIA, “SERVE PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO SU MODELLO EXPO”

“I fondi sbloccati dal governo per l’abbattimento delle Vele sono un primo segnale, certo, ma i finanziamenti non bastano mai“. A parlare della rigenerazione urbana di Scampia è Prezioso, che guarda favorevolmente a un modello di “partenariato pubblico-privato. In ambienti socio-economici sani c’è un rapporto 80 – 20% tra pubblico e privato, Milano docet”. Il presidente dell’Unione industriali di Napoli pensa al “caso Expo con una base di risorse pubbliche – spiega – e investimenti di privati che provenivano da mezzo mondo. E’ un giusto esempio di qualcosa che si è fatto pensando al prima, al mentre, e al dopo. Dovremmo fare lo stesso nei nostri territori. Oggi quel territorio si candida a essere la sede della ricerca italiana anche per colmare quel gap che ha il nostro Paese nella spesa per la ricerca. L’Italia – continua il leader degli industriali – si limita a spendere l’1,2 % del Pil in ricerca mentre i nostri competitor europei spendono intorno al 3 – 3,2%”.



BAGNOLI,” INVESTIMENTI FUNZIONANO SE A SISTEMA CON AREA FLEGREA”

Per un rilancio vero di Bagnoli “bisogna riscoprire questa vecchia e mai frequentata abitudine di mettere insieme cose complesse. Da una situazione complessa non si esce dando questo o quel finanziamento mirato”. E’ la strategia auspicata da Prezioso per il futuro dell’area di Bagnoli-Coroglio dopo i fondi messi a disposizione dal governo. L’idea di Prezioso è che il quartiere venga valorizzato “come il vertice di due golfi, quello di Napoli e quello di Pozzuoli. Immagino – sottolinea – una nuova baia di Pozzuoli che diventa un pullulare di iniziative importanti. Con una collaborazione vera tra più Comuni dell’area flegrea che interagiscono è possibile attuare una rigenerazione urbana che abbia un occhio lanciato sulla creazione di lavoro stabile”.


 PORTO DI NAPOLI, “PRESIDENTE SPIRITO HA IDEE CHIARE”

“Il nuovo presidente del porto di Napoli (Pietro Spirito, ndr) ha le idee molto chiare: il porto va rilanciato, è la prima azienda della città, e in quanto tale fa parte di quella competitività di sistema che serve a ogni imprenditore che mette il naso fuori dalla propria fabbrica o azienda”. A spiegarlo è Prezioso, presidente dell’Unione Industriali di Napoli, che in un’intervista rilasciata all’agenzia Dire si dice sicuro che uno dei più importanti fattori della competitività territoriale a Napoli sia “proprio il porto. Ma lì – sottolinea – c’è una problematica che attiene all’area SIN. Il buon senso direbbe che bisogna dragare ma, anche se i soldi per il dragaggio ci sono, la strada da percorrere è più complessa per i Siti d’Interesse Nazionale”.


NAPOLI EST, “SENZA INFRASTRUTTURE IMMATERIALI TUTTO FERMO”

A Napoli Est “i disagi sono tanti e sotto gli occhi di tutti. Ci sono 209 milioni di euro da spendere in infrastrutture materiali ma, accanto a queste, bisogna investire in infrastrutture immateriali. Senza reti digitali, banda larga e ultra larga e reti energetiche non si va da nessuna parte”. Ne è convinto Prezioso, che prosegue: “Il tema è che queste infrastrutture vanno fatte, ed è compito del pubblico – aggiunge – ma poi il territorio deve diventare attraente per gli investitori. Occorre cioè cercare di dare fiducia e serenità ai mercati puntando sui servizi che funzionano: è così sarà possibile compiere quel miracolo di attrattività di capitali nazionali e internazionali“. Un primo segnale è stato la nascita dell’iOS Developer Academy di Apple a San Giovanni a Teduccio, in piena area est “una periferia molto degradata – commenta Prezioso – dove la presenza di questa agopuntura urbana è stata importante. Ha dato a quel territorio qualcosa più di una semplice speranza”. Far ripartire il quartiere “non è affatto difficile – sostiene l’imprenditore – ma ognuno deve lavorare per ciò che gli compete: l’università, la politica, le classi dirigenti, noi imprenditori e i sindacati. Siamo chiamati a fare una pianificazione intelligenti, non a macchia di leopardo, che coinvolga quanto più possibile i territori”.

di Nadia Cozzolino, giornalista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it