Getting your Trinity Audio player ready...
|
NAPOLI – “Confindustria ha posto un tema, in particolare con il presidente Boccia. Il meridione non è un problema del Mezzogiorno ma dell’Italia. Il Paese riparte se questa palla al piede che è il Mezzogiorno comincia a crescere e riduce il proprio gap. Ma il Mezzogiorno dipende dalla Campania e la Campania dipende da Napoli: abbiamo responsabilità forti”. E’ il messaggio lanciato da Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione Industriali di Napoli, intervistato dall’agenzia Dire dopo la celebrazione del centenario dell’Unione, nata a Napoli nel 1917. “Il nostro centenario – ricorda Prezioso – ha uno sguardo rivolto al passato perché sapere dove si viene è importante per il futuro, ma è anche un ponte verso il futuro che celebriamo con 4 eventi, il primo tenutosi all’iOS Developer Academy Apple di San Giovanni a Teduccio”.
La sfida da cogliere per il futuro “è l’industria 4.0, una sfida impegnativa e complessa – sottolinea il numero uno degli industriali – che dobbiamo per forza assumere per recuperare quel patrimonio di Pmi molto presente nel territorio. Ci dobbiamo credere, anche se le condizioni non sono ottimali, trovando risorse e capacità per ricreare un clima sereno per l’impresa”. La strategia giusta “è quella dello stare insieme, non esiste più un imprenditore che si mette a capo di un’azienda senza collaborare con le aree fondamentali per il suo sviluppo”. Per Prezioso occorre poi puntare sulle start-up “sono l’innovazione – dice l’imprenditore -, un ambiente fertile, innovativo e creativo. Un vero sviluppo del settore passa da una caratteristica fondamentale: creare e valorizzare la cultura del team”.
“I fondi sbloccati dal governo per l’abbattimento delle Vele sono un primo segnale, certo, ma i finanziamenti non bastano mai“. A parlare della rigenerazione urbana di Scampia è Prezioso, che guarda favorevolmente a un modello di “partenariato pubblico-privato. In ambienti socio-economici sani c’è un rapporto 80 – 20% tra pubblico e privato, Milano docet”. Il presidente dell’Unione industriali di Napoli pensa al “caso Expo con una base di risorse pubbliche – spiega – e investimenti di privati che provenivano da mezzo mondo. E’ un giusto esempio di qualcosa che si è fatto pensando al prima, al mentre, e al dopo. Dovremmo fare lo stesso nei nostri territori. Oggi quel territorio si candida a essere la sede della ricerca italiana anche per colmare quel gap che ha il nostro Paese nella spesa per la ricerca. L’Italia – continua il leader degli industriali – si limita a spendere l’1,2 % del Pil in ricerca mentre i nostri competitor europei spendono intorno al 3 – 3,2%”.
Per un rilancio vero di Bagnoli “bisogna riscoprire questa vecchia e mai frequentata abitudine di mettere insieme cose complesse. Da una situazione complessa non si esce dando questo o quel finanziamento mirato”. E’ la strategia auspicata da Prezioso per il futuro dell’area di Bagnoli-Coroglio dopo i fondi messi a disposizione dal governo. L’idea di Prezioso è che il quartiere venga valorizzato “come il vertice di due golfi, quello di Napoli e quello di Pozzuoli. Immagino – sottolinea – una nuova baia di Pozzuoli che diventa un pullulare di iniziative importanti. Con una collaborazione vera tra più Comuni dell’area flegrea che interagiscono è possibile attuare una rigenerazione urbana che abbia un occhio lanciato sulla creazione di lavoro stabile”.
“Il nuovo presidente del porto di Napoli (Pietro Spirito, ndr) ha le idee molto chiare: il porto va rilanciato, è la prima azienda della città, e in quanto tale fa parte di quella competitività di sistema che serve a ogni imprenditore che mette il naso fuori dalla propria fabbrica o azienda”. A spiegarlo è Prezioso, presidente dell’Unione Industriali di Napoli, che in un’intervista rilasciata all’agenzia Dire si dice sicuro che uno dei più importanti fattori della competitività territoriale a Napoli sia “proprio il porto. Ma lì – sottolinea – c’è una problematica che attiene all’area SIN. Il buon senso direbbe che bisogna dragare ma, anche se i soldi per il dragaggio ci sono, la strada da percorrere è più complessa per i Siti d’Interesse Nazionale”.
A Napoli Est “i disagi sono tanti e sotto gli occhi di tutti. Ci sono 209 milioni di euro da spendere in infrastrutture materiali ma, accanto a queste, bisogna investire in infrastrutture immateriali. Senza reti digitali, banda larga e ultra larga e reti energetiche non si va da nessuna parte”. Ne è convinto Prezioso, che prosegue: “Il tema è che queste infrastrutture vanno fatte, ed è compito del pubblico – aggiunge – ma poi il territorio deve diventare attraente per gli investitori. Occorre cioè cercare di dare fiducia e serenità ai mercati puntando sui servizi che funzionano: è così sarà possibile compiere quel miracolo di attrattività di capitali nazionali e internazionali“. Un primo segnale è stato la nascita dell’iOS Developer Academy di Apple a San Giovanni a Teduccio, in piena area est “una periferia molto degradata – commenta Prezioso – dove la presenza di questa agopuntura urbana è stata importante. Ha dato a quel territorio qualcosa più di una semplice speranza”. Far ripartire il quartiere “non è affatto difficile – sostiene l’imprenditore – ma ognuno deve lavorare per ciò che gli compete: l’università, la politica, le classi dirigenti, noi imprenditori e i sindacati. Siamo chiamati a fare una pianificazione intelligenti, non a macchia di leopardo, che coinvolga quanto più possibile i territori”.
di Nadia Cozzolino, giornalista
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it