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Disturbi del sonno, colpiti 13 milioni di italiani

I principali sono l’insonnia, la sindrome delle apnee in sonno, la sindrome delle gambe senza riposo

Pubblicato:17-03-2016 17:34
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:24

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sonno_dormireROMA – “I disturbi del sonno colpiscono circa 13 milioni di italiani. I principali sono l’insonnia, che in forma più o meno grave colpisce circa il 41% della popolazione; la sindrome delle apnee in sonno, di cui soffrono circa 2 milioni di italiani; la sindrome delle gambe senza riposo, che colpisce 3 milioni di italiani e i disturbi del ritmo circadiano. I disturbi del sonno si associano spesso ad altre malattie, soprattutto a carico del sistema nervoso”. Così Gianluigi Gigli, ordinario di Neurologia presso l’Università di Udine.

“Ad esempio- prosegue il professore- i soggetti affetti da decadimento cognitivo sono frequentemente colpiti anche da alterazioni del sonno. La sindrome delle apnee in sonno è un fattore di rischio riconosciuto per malattie cardio e cerebrovascolari. I pazienti affetti da epilessia lamentano frequenti disturbi del sonno quali insonnia, eccessiva sonnolenza diurna, apnee nel sonno, sonno notturno frammentato e movimenti periodici degli arti in sonno, che spesso sono un fattore limitante il corretto controllo delle crisi. Anche la sclerosi multipla è associata a svariati disturbi del sonno, quali insonnia, spasmi notturni, narcolessia, disturbi respiratori in sonno e, in particolare, alla sindrome delle gambe senza riposo”. La recente approvazione della direttiva europea sul rilascio della patente di guida, intanto, ha costretto anche l’Italia a confrontarsi con il problema della diagnosi della narcolessia e della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. “Ne deriva la necessita di adeguare la risposta- prosegue Gigli- finora insufficiente, del servizio sanitario nazionale alle esigenze diagnostiche legate alla patente di guida, attraverso l’organizzazione di una rete di servizi di medicina del sonno. L’obiettivo è quello di ridurre gli incidenti alla guida dovuti all’eccessiva sonnolenza diurna”. Trattandosi di malattie i cui sintomi sono curabili, lo scopo della diagnosi “non è quello di togliere il permesso di guidare alle persone affette- spiega ancora Gianluigi Gigli, ordinario di Neurologia presso l’Università di Udine- limitando ‘uso di un mezzo talora indispensabile per lavorare, al contrario, una diagnosi corretta può far prendere loro consapevolezza della necessità di usare gli strumenti a disposizione per combattere la sonnolenza diurna, a cominciare dal trattamento ventilatorio notturno per le apnee”. Conclude l’esperto: “A seguito di tale trattamento, un controllo neurologico, clinico e strumentale potrà documentare l’eventuale regressione dei rischi nella guida in condizioni abituali”.


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