NEWS:

Si infittisce il mistero di Tutankhamon. Due nuove stanze nella piramide

Per gli archeologi ultima dimora della madre Nefertiti

Pubblicato:17-03-2016 16:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:24

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

TUTANKHAMON 2ROMA – Si infittisce ancor di più, se mai possibile, il mistero sulla tomba di Tutankhamon. Quello che aleggia intorno al faraone egizio è un enigma senza tempo che affascina archeologi, storici e semplici curiosi. Mistero sulle cause della sua morte – la prima autopsia sul faraone fu condotta nel lontano 1922 -, sugli ospiti della sua ultima dimora, ma anche sulla sua vita e sulla sua età. Tutankhamon e la madre Nefertiti animano e dominano leggende che, spesso, sono sfociate anche nel lato oscuro delle credenze popolari. Maledizioni e anatemi legate al suo nome e alla sua piramide. Presagi di morte su chi si è avventurato sui sentieri di queste divinità umane dell’Antico Egitto.

Ancora mistero dicevamo. In una recente conferenza stampa il ministro per le Antichità del governo egiziano, Mamdouh Eldamaty, ha annunciato che, dalla scansione ai raggi X della tomba, compiuta il 26 e il 27 novembre dello scorso anno, sono state individuate due nuove stanze. La prima sul lato occidentale della piramide, l’altra su quello settentrionale. In entrambe ritrovati materiale organico e metalli. Chi sia celato in quelle stanze poste e nascoste proprio dietro la tomba di Tutankhamon è ancora presto per dirlo.

tutankhamon 3


Gli studiosi sperano di rintracciare i resti della madre Nefertiti, un’ipotesi, questa, che lo stesso ministro Eldamaty sembra scartare a priori. Per quest’ultimo si tratterebbe, con ogni probabilità, di un’altra delle spose del faraone Akenaton, padre del giovane Tutankhamon. Forse potrebbe esserci sepolta anche una delle sorelle del giovane e affascinante ‘figlio del sole’, forse la stessa Maya, che da sorella si trasformò in balia per poterlo accudire fino al giorno della sua morte.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it