giovedì 13 Novembre 2025

“A Monaco lo stravolgimento del mondo”: Prodi sul discorso shock di J.D. Vance

L'ex presidente della commissione europea ed ex premier commenta le parole del vicepresidente Usa: "Il governo americano sostanzialmente appoggia l'autoritarismo"

BOLOGNA – A Monaco abbiamo assistito al “capovolgimento del mondo”. È l’analisi dell’ex presidente della Commissione europea ed ex premier, Romano Prodi, sul quanto accaduto alla Conferenza di Monaco e sull’intervento del vicepresidente americano J.D. Vance. “Sono ore drammatiche perché a Monaco è successo l’impensabile”, spiega l’economista.
“Se voi analizzate i discorsi fatti a Monaco di Baviera, che è un incontro così importante, qui siamo al capovolgimento del mondo”, con il governo americano “che sostanzialmente appoggia solo l’autoritarismo. Non ho mai visto una cosa del genere. Poi vedremo gli svolgimenti, vedremo le elezioni tedesche, ma il messaggio è assolutamente nuovo”, conclude Prodi, a margine della presentazione dell’accordo con la Virginia University sul Tecnopolo nella sede di Confindustria Emilia a Bologna.

COSA HA DETTO VANCE

Venerdì scorso, 14 febbraio, il vice di Donald Trump è intervenuto alla Conferenza di Monaco, di fronte a una platea attonita, con un intervento durissimo sulla governance dell’Europa, il suo discorso è stato definito un vero e proprio attacco all’Ue. Ci si aspettava che JD Vance intervenisse sui colloqui di pace tra Ucraina e Russia, invece dal palco ha lanciato un monito su un’Europa che “si sta allontanando dai valori condivisi” con gli Stati Uniti, in riferimento alla democrazia.
Ha toccato i nodi dell’immigrazione, della libertà di parola, ha difeso Elon Musk mettendolo sullo stesso piano di Greta Thungberg. “Se gli Usa sono sopravvissuti a 10 anni di Greta Thunberg, voi resisterete a qualche mese di Elon Musk”, sono le parole pronunciate nel suo intervento definito shock. Pochi gli applausi, mentre i volti in sala sono apparsi per lo più stupiti, se non imbarazzati, di fronte quella che è sembrata una “lezione di democrazia” fatta all’Unione europea dagli Stati uniti.

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