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Cartabia sul caso di mamma M.: “Prelievo di sua figlia fu per tutela della minore”

"Tso per lei predisposto solo in serata dall'Asl, l'intervento era per altro"

Pubblicato:17-02-2022 15:58
Ultimo aggiornamento:17-02-2022 17:59

mamma M.-min
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ROMA – Il prelievo di una minore di undici anni dalla casa di M., sua madre, avvenuto lo scorso 5 gennaio da una ventina di persone tra forze dell’ordine, operatori dei servizi socio-sanitari, direttori Asl e 118, è stato operato da “personale specializzato, CRI e medici specialistici in psicologia e pediatria, a tutela e salvaguardia della minore”. È la risposta immediata in commissione Giustizia della Camera della ministra della Giustizia Marta Cartabia ad un’interrogazione presentata da Stefania Ascari (M5s) e altri sul caso di M., la mamma ligure che all’agenzia Dire aveva già denunciato il suo caso. Dopo il prelievo alla donna era stato predisposto anche un Tso.

Gli onorevoli nell’interrogazione ricordano la denuncia della madre nei confronti del convivente maltrattante, e di come questo abbia portato all’allontanamento della figlia con il conseguente collocamento in comunità della minore. Nell’interrogazione si chiede di sapere dunque se la ministra sia “a conoscenza dei fatti ed atti esposti e, nel caso, quali iniziative ritenga opportuno adottare in merito”. Il provvedimento del collocamento della minore presso l’abitazione paterna su delega del giudice tutelare procedente, spiega la Guardasigilli, “avveniva ad opera del responsabile degli assistenti sociali del Comune di residenza della minore delegato all’esecuzione, con l’ausilio del personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Imperia intervenuto in abiti civili e personale dei Carabinieri”.

La madre della minore, precisa ancora Cartabia, “nonostante conoscesse l’assistente sociale incaricata, non le consentiva di entrare in casa. Veniva, quindi, disposta l’apertura della porta ad opera dei vigili del fuoco”. Secondo la ministra della Giustizia Marta Cartabia l’intervento “non era finalizzato” dunque “alla esecuzione di un Tso nei confronti della madre”, la decisione fu presa verso le 19 di quel giornodall’unico organo competente in materia, ovvero il medico del servizio 118 della Asl 1 locale, che, nell’occasione, provvedeva ad accompagnare la donna all’ospedale cittadino per le cure del caso a mezzo dell’ambulanza della CRI presente sul posto”.


Dalle relazioni redatte dalla polizia giudiziaria e dell’assistente sociale intervenuta in fase di attuazione del provvedimento, prosegue Cartabia, “emergono in dettaglio le modalità di prelievo della minore con indicazione dei soggetti che hanno partecipato all’intervento e dei comportamenti tenuti. Tutte le operazioni sono state peraltro video registrate. Non appare superfluo segnalare che i servizi sociali, nella relazione estesa in data 22 gennaio 2022, descrivevano le condizioni della minore a distanza di due settimane dall’allontanamento della madre in termini collaborativi, sereni e adesivi alle attività scolastiche e ricreative”.

 ASCARI: “RESTANO LATI OSCURI, FALLE EVIDENTI NEL SISTEMA AFFIDI

Una vicenda che “presenta ancora troppi lati oscuri, così come oscure sono le falle nel sistema tutela minori, tanto che oggi in parlamento è nata una Commissione specifica a cui sono arrivati già oltre cento esposti”. Così Stefania Ascari (M5s) in replica alla risposta immediata della ministra Cartabia.

La bambina, undicenne, è stata poi collocata a casa dell’ex convivente della donna, denunciato per maltrattamenti. Il ministero assicura che l’intervento fu operato a tutela e salvaguardia della minore, contraria la deputata M5S: “Resto della mia idea”. “In questo caso- spiega Ascari- abbiamo una bambina non ascoltata per 5 anni, nessuno le ha chiesto come stesse, cosa volesse. I bambini vengono dunque trattati come oggetti, pacchi postali. Il sistema Affidi non può diventare violenza istituzionale per mancanza di formazione specifica degli operatori e di una cultura che metta al centro la persona, in questo caso una bambina, o per carenza di risorse e personale, assenza di deontologia e di un’etica su come lavorare bene”. Nel presentare l’interrogazione alla ministra, Ascari aveva definito “brutale e violento” il prelievo operato quel 5 gennaio a casa di M., la vicenda “è esempio di come il sistema Affidi presenti falle sempre più evidenti”.

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