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La Biblioteca di Santa Scolastica nel segno di Gutenberg: qui i primi libri a stampa

Nel monastero fondato da San Benedetto gli esordi della tipografia in Italia

Pubblicato:17-02-2022 12:37
Ultimo aggiornamento:17-02-2022 12:37

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SUBIACO – È il 1465 quando i due monaci tedeschi Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz arrivano a Subiaco. Accolti in un monastero immerso nella Valle dell’Aniene, i due discepoli di Gutenberg portano per la prima volta in Italia la stampa a caratteri mobili, regalando per sempre al piccolo centro vicino a Roma il titolo di Città della stampa. Tra le mura del monastero di Santa Scolastica, fondato da San Benedetto nel V secolo, Sweynheym e Pannartz impiantano una tipografia che resterà attiva fino al 1467. In quei due anni sono certamente tre le opere che vengono stampate nel monastero, ognuna in 275 copie: il De oratore di Cicerone, tre scritti del Lattanzio racchiusi in un unico volume e il De civitate Dei di Sant’Agostino. Senza frontespizio, che arriverà anni dopo, ma con il colophon che ne attesta la provenienza. “E sono ancora qui, nella biblioteca di Santa Scolastica nata insieme al monastero per volere del Santo fondatore”, spiega all’agenzia Dire Padre Fabrizio Messina Cicchetti, direttore della Biblioteca statale del Monumento di Santa Scolastica.

Entrato a far parte del patrimonio statale a seguito dell’Unità d’Italia, quello di Subiaco è il primo monastero voluto da San Benedetto, che nella valle dell’Aniene arriva come eremita e poi crea un vero e proprio villaggio monastico con piccole comunità intente a seguire la sua Regola, sintetizzata nell’adagio medievale ‘Ora et labora’. “Sono luoghi dove si ricercava Dio attraverso il lavoro, la preghiera, lo studio e l’insegnamento delle dottrine non soltanto ispirate alla tradizione cristiana, ma anche classica e filosofica, che aiutano a crescere per cercare Dio, così come avrebbe detto lui”.

La scrittura diventa uno dei compiti principali dei monaci, che nel VI secolo dotano il monastero di circa cento manoscritti. “Si tratta di libri di studio, teologici, di diritto e liturgici, ma anche libri legati a mondo classico, ma di quella produzione – molto impegnativa e costosa – oggi non resta nulla a causa dei saraceni, che nel IX secolo distruggono il villaggio monastico”, racconta il direttore. Dei 12 monasteri, un secolo dopo ne viene ricostruito uno soltanto, quello di Santa Scolastica, intitolato alla sorella di San Benedetto. “Il codice più antico arrivato fino a noi è del X secolo, successivo alla ripresa, ed è un frammento della Regola. Ma conserviamo parecchi manoscritti soprattutto dal XII secolo”. 


Oggi la Biblioteca del Monumento nazionale di Santa Scolastica, tra gli oltre duecento manoscritti e volumi acquistati successivamente, possiede circa 150mila volumi. Ad arricchire la raccolta libraria ci sono due archivi, uno legato alla vita del monastero, un fondo che consta di 3.883 pergamene dal XII secolo in avanti e che la Biblioteca sta restaurando, mentre il secondo è l’archivio gentilizio “più grande in assoluto”, quello della famiglia Colonna. Nel tempo la Biblioteca ha acquistato altri duecento incunaboli – questo il nome dei primi libri a stampa – ma il cuore di questo patrimonio restano i tre libri stampati da Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz. 

“I due si stabiliscono a Subiaco grazie a due fattori: il primo riguarda la provenienza germanica e in quel periodo qui risiedevano molti monaci tedeschi; il secondo è il legame tra l’innovazione della stampa con la tradizione degli amanuensi”, ricorda Padre Fabrizio Messina Cicchetti. “Siccome i libri antichi stampati avevano come modello i manoscritti, per realizzare i singoli caratteri Sweynheym e Pannartz usano come modello i caratteri scritti usati nei manoscritti in questo monastero. Da qui nasce il carattere sublacense”. 

Certamente l’operazione è lunga e complicata per realizzare la tiratura di 275 copie per ognuno dei tre titoli. Non a caso gli stampatori scelgono Cicerone, Lattanzio e Sant’Agostino. “Si trattava di una diffusione di idee- spiega ancora il direttore- Non hanno stampato la Regola o la Bibbia, già riprodotte nei manoscritti. L’iniziativa editoriale era chiara: la filosofia e la teologia della storia venivano messa in campo attraverso opere che affondavano nel mondo classico, come Cicerone, trovavano attenzione presso Lattanzio, considerato il Cicerone del Cristianesimo, e avevano nella Città di Dio una realtà ideale di una società nuova. Se avessero voluto fare un best seller vendibile, avrebbero scelto magari Le confessioni di Sant’Agostino, mentre il De civitate Dei è un libro di studio e di riflessione”. 

Sweynheym e Pannartz non hanno fortuna. “Era più facile trovare un acquirente unico di un manoscritto con un prezzo elevatissimo, piuttosto che 275 persone disposte a pagare un prezzo molto basso. All’inizio la stampa non viene accolta bene. Siamo in ambiente cattolico, la novità proviene da un ambiente protestante che si sta attestando, è un mezzo facile ma poco controllabile”. Ma il processo ormai è irreversibile e l’idea di divulgare il sapere troverà il suo spazio. “La circolazione di un testo a stampa per la mole delle copie che si realizzavano era molto sospetto. Del resto, la rivoluzione che abbiamo avuto tra il manoscritto e il libro a stampa è la stessa che oggi abbiamo con il passaggio al digitale. Il sospetto è dato dalla facilità con cui una notizia falsa può essere messa in circolazione”. 

La storia che la Biblioteca di Santa Scolastica conserva dalla sua fondazione a opera di San Benedetto è tutt’oggi oggetto di studio di molti che arrivano a Subiaco per consultare i preziosi documenti. “Oggi- dice infine Padre Fabrizio Messina Cicchetti- questa Biblioteca ha la particolare mission di accogliere il più possibile studiosi e ricercatori, perché queste opere che ci sono giunte dal passato siano occasione di studio, di ricerca e di confronto”.

Realizzato con l’agenzia di stampa Dire, il progetto ‘Biblioteche d’Italia’ è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia. Il documentario sulla Biblioteca Nazionale di Santa Scolastica fa parte della serie di reportage promossi dal ministero guidato da Dario Franceschini ed è disponibile sul profilo Instagram @bibliotecheditalia: https://www.instagram.com/p/CaEydl9Nadz/. Il prossimo appuntamento con una nuova Biblioteca è giovedì 24 febbraio.

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