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Crisanti: “La doppia mascherina non ha alcun senso”. Scuola sicura? “Nessuno studio”

Aspetti necessari da considerare sono la socialità e il pendolarismo. Nessuno ha mai valutato come queste varianti impattano nella trasmissione. Le scuole sono davvero luoghi sicuri? "Nessuno ha dimostrato che le scuole sono sicure", commenta il microbiologo

Pubblicato:17-02-2021 17:37
Ultimo aggiornamento:17-02-2021 18:27

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ROMA – “La mascherina è importante, la doppia mascherina non ha alcun senso”. Risponde così il microbiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino, interpellato dall’agenzia Dire in merito ad una circolare diffusa questa mattina dall’Associazione nazionale dei dirigenti pubblici della scuola (Anp) del Lazio, in cui si invitano gli studenti e i docenti ad indossare la doppia mascherina in aula.
“Se gli studenti si mettono la doppia mascherina ma fanno ricreazione, mangiano insieme e poi, non potendone più, se le tolgono appena escono da scuola e non la indossano neppure sull’autobus- prosegue Crisanti- la doppia mascherina ha soltanto il significato di trasferire l’onere ad altri”. L’obiettivo della circolare, dunque, per Crisanti è “fondamentalmente quello di una tutela personale del preside, che in questo modo potrà dire ‘gli studenti non si sono infettati in classe perché avevano due mascherine’, ma questo non ha alcun impatto sulla trasmissione”.

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Si potrebbe eventualmente pensare all’utilizzo in classe delle Ffp2? “La Ffp2 dovrebbe essere usata sui mezzi pubblici perché così risolviamo il problema dell’affollamento- risponde Crisanti alla Dire- tanto nessuno è in grado di stabilire se un mezzo pubblico è affollato al 20, al 30 o al 50%. Tanto vale obbligare tutti quanti ad indossare la Ffp2 sui mezzi pubblici, sicuramente ne avremmo un beneficio”.


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Ma i contagi attuali da dove arrivano? Le scuole sono davvero luoghi sicuri?Nessuno ha dimostrato che le scuole sono sicure– risponde ancora il virologo Crisanti- bisognerebbe fare uno studio per verificare determinati parametri, tipo la numerosità degli alunni nella scuola, la densità degli studenti nelle classi e la differenza di genere nelle classi. Questo perché la socialità tra gli studenti, chiaramente, ha un’importanza fondamentale insieme al pendolarismo. Nessuno ha mai valutato come queste varianti si impattano nella trasmissione, senza considerare che la scuola innesca tutta una serie di opportunità di contatto, che vanno dai trasporti all’aumentata frequentazione degli studenti prima e dopo la scuola. Non è che la scuola è soltanto un ambito rinchiuso tra le mura dell’edificio scolastico, quando si parla di scuola bisogna tenere presente anche tanti altri fattori, altrimenti ci prendiamo in giro“.

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Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intanto, nel suo discorso oggi in Senato ha detto che “occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale” e che “il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”. Come commenta? “È un’aspirazione condivisibile anche perché la didattica a distanza spaurisce le persone più disagiate e deboli, favorendo quegli studenti che magari hanno i genitori con più tempo libero da dedicargli- risponde Crisanti- favorisce i genitori che hanno un’istruzione superiore, favorisce gli studenti che hanno la possibilità di avere a disposizione gli strumenti informatici più sofisticati, favorisce coloro che hanno un accesso ad internet più veloce. È chiaro che la didattica a distanza è un elemento di divisione sociale, quindi prima si finisce meglio è”. L’aspirazione di tornare tutti a scuola in presenza per Crisanti è quindi condivisibile, ma “il problema è che dovremmo arrivare alla riapertura delle scuole consapevoli del rischio che pone ogni singola scuola– conclude il virologo- perché questo rischio è effettivamente misurabile”.

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