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Trivelle. Consiglio regionale chiede ‘Election Day’

POTENZA - Un ordine del giorno proposto dai consiglieri Leggieri

Pubblicato:17-02-2016 13:49
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:59

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TrivellePOTENZA – Un ordine del giorno proposto dai consiglieri Leggieri e Perrino del Movimento cinque stelle, sottoscritto anche da Bradascio (Pp), Cifarelli (Pd) e Mollica (Udc), che impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale “ad intercedere presso il Governo nazionale, chiedendo l’accorpamento del voto referendario a quello delle prossime elezioni amministrative, tenuto conto che un election day oltre a favorire la partecipazione dei cittadini, scongiurerebbe anche un inutile spreco di denaro pubblico”, è stato approvato ieri sera a maggioranza (con 16 voti favorevoli di Pd, Pp, Ri, M5s, Udc, Pdl-Fi, Psi, e Romaniello del gruppo misto e 1 astensione di Giuzio del Pd) dal Consiglio regionale.

   Il documento è stato approvato prima della decisione del presidente della Repubblica Mattarella, che in serata ha firmato il decreto che indice il referendum sulle trivelle in mare (in merito alla durata dei permessi di ricerca e delle concessioni già rilasciati per la coltivazione degli idrocarburi in mare entro le 12 miglia) per il 17 aprile 2016, confermando la data indicata dal Governo. In particolare, si tratta dell’abrogazione del comma 17, terzo periodo, dell’articolo 6 del dlgs n. 152 del 2006, limitatamente alle parole “Per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.

   Secondo quanto hanno riferito le agenzie di stampa la firma è avvenuta in base al decreto 98 del 2011 (sull’election day) che prevede la possibilità di abbinare referendum tra loro o elezioni di diverso grado tra loro, ma non l’abbinamento di elezioni con referendum. Per l’unico precedente di abbinamento referendum- elezioni, nel 2009, è servita una apposita legge (28/4 numero 40).


   Nel documento approvato dal Consiglio regionale si rileva però che il 9 marzo la Consulta si esprimerà sui conflitti di attribuzione sollevati da sei Regioni sul piano delle aree e sulla durata dei titoli concessori per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, che erano stati oggetto di altri due quesiti referendari non ammessi dalla Cassazione. In caso di accoglimento, nella prossima primavera si svolgeranno quindi anche altri due referendum. Per questo motivo – si legge nel documento approvato dall’Assemblea – sarebbe stato giusto attendere la decisione della Consulta prima di fissare la data del referendum. L’eventuale accorpamento della consultazione referendaria con le elezioni amministrative avrebbe inoltre procurato un risparmio di circa 400 milioni di euro per le casse dello Stato.

   Domani l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Basilicata, capofila delle Assemblee legislative promotrici del referendum, si riunirà per organizzare la campagna referendaria.

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