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ROMA – Fermare le ispezioni nelle università di Sassari e Roma Tre, disposte dalla ministra Anna Maria Bernini dopo l’interrogazione del deputato della Lega Rossano Sasso contro i ‘queer studies’ avviati nei due Atenei, “colpevoli”, a dire del parlamentare del Carroccio, di diffondere ‘l'”ideologia gender’ tra gli studenti“.
È lo scopo della conferenza stampa che si è svolta questa mattina alla Camera, alla presenza della deputata del M5S, Gilda Sportiello.
“Riteniamo intollerabile che il governo o un’istituzione politica entri a gamba tesa nelle università e minacci delle ispezioni su dei corsi ben specifici per andare ad attaccare quelli che sono i ‘queer studies’, studi che vanno avanti da decenni e sono scientificamente fondati. Riteniamo veramente che sia un attacco feroce che preoccupa molto e che ricorda i periodi più bui della nostra storia”, afferma Sportiello.
“Condividiamo la preoccupazione dei più di cento docenti e personalità dell’università che hanno voluto sottoscrivere la petizione che ha lanciato il professor Massimo Arcangeli”, professore ordinario di Linguistica italiana presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere di Cagliari, “proprio per chiedere che questa iniziativa si fermi. Abbiamo chiesto anche che i rettori e la Conferenza dei rettori prendano atto della gravità di questa iniziativa politica”, aggiunge la parlamentare pentastellata.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche il giornalista Alessandro Cecchi Paone: “Mi ha stupito che la ministra abbia accettato questa indicazione, Bernini rappresenta una forza liberale e non capisco come voglia intestarsi una iniziativa illiberale come questa. C’è un tentativo di egemonia ideologica non solo sull’autonomia delle università ma anche in quella della sfera affettiva e della libertà personale. Dalla Bernini è un terribile autogol”, ha detto.
Presenti anche il professor Massimo Arcangeli e Antonello Sannino, presidente dell’Osservatorio Lgbtqia+ della Regione Campania, e Stephano e Matteo, vittime di un’aggressione la notte di Capodanno a Roma. Nel 2024, è stato ricordato durante la conferenza stampa, ci sono state 139 aggressioni omotransfobiche.
E già tre negli ultimi cinque giorni. “Spero che la vostra presenza”, ha detto Sportiello rivolgendosi a Stephano e Matteo, “porti nelle aule del Parlamento la necessità di approvare una legge, dopo la vergogna della scorsa legislatura quando il provvedimento fu bocciato”.
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