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Femminicidio a Roma, le donne in piazza per Martina: “Basta armi”

Nel quartiere Tuscolano un presidio per ricordare Martina Scialdone, uccisa il 13 gennaio dall'ex compagno fuori da un ristorante

Pubblicato:17-01-2023 09:05
Ultimo aggiornamento:17-01-2023 09:05
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ROMA – Sono centinaia le persone che, nonostante la pioggia, hanno voluto ricordare Martina Scialdone, l’avvocata uccisa con un colpo di pistola dall’ex compagno, il 61enne Costantino Bonaiuti, che si rifiutava di accettare la fine della loro relazione. Proprio di fronte al ristorante dove i due avevano cenato e discusso la sera del 13 gennaio e davanti al quale Martina Scialdone è stata uccisa, i residenti del quartiere Tuscolano si sono riuniti in un presidio per depositare fiori, messaggi e corone in onore dell’ennesima vittima di femminicidio.

C’è commozione nel quartiere, ma soprattutto c’è rabbia per una morte che poteva essere evitata. Al centro delle polemiche di questi giorni il ruolo del proprietario del ristorante ‘Brado’, che secondo alcune testimonianze – da lui stesso contestate – non avrebbe permesso a Martina di rifugiarsi in bagno. Anche l’avvocato di Bonaiuti, Fabio Taglialatela, stamattina ha dichiarato che “se tutti avessero fatto il loro dovere, se avessero adempiuto al loro compito di cittadini, questa ragazza sarebbe ancora viva“.


Ma il quartiere non se la sente di puntare il dito: “Sono state chiamate le Forze dell’ordine, ma forse il gestore non aveva percezione di quello che sarebbe potuto accadere. Nel locale avranno agito pensando a un diverbio verbale”, dice ai microfoni della Dire una ragazza. Il rammarico è che possa essere mancata “la solidarietà”, spiega una signora, e che a prevalere in quella situazione possa essere stata la preoccupazione del ristoratore di non disturbare gli altri clienti.


Ma soprattutto a suscitare lo sdegno del quartiere è la consapevolezza che Bonaiuti portasse con sé un’arma: “Lui ha dimostrato di essere una persona particolarmente aggressiva, bisognerebbe capire i profili di queste persone che frequentano i poligoni, prima di ammetterli…”. D’altra parte, è stato lo stesso avvocato di Bonaiuti a parlare di “difficoltà psicologiche e psichiatriche” accertate del suo assistito.

“Se proprio si deve dare il porto d’armi, che lo si faccia con criterio”, è il commento di una ragazza. La difesa di Bonaiuti parla di un “colpo accidentale”. Ma le persone interpellate non hanno dubbi: “È uscito di casa armato, la situazione mi sembra assolutamente premeditata”, conclude una signora. Erano presenti alla manifestazione anche Eloisa Fanuli, candidata alla Regione Lazio con la Lega, e Barbara Del Bello, presidente della commissione Politiche sociali del Municipio VI di Roma.

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