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Quirinale, Salvini e Berlusconi alla guerra (dei piani B)

Il timore del leader del Carroccio è che il Cavaliere voglia traghettare Draghi al Quirinale (intestandosene l'elezione)

Pubblicato:17-01-2022 19:07
Ultimo aggiornamento:18-01-2022 12:20

berlusconi salvini
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ROMA – Nel centrodestra è l’ora dei calcoli, delle mosse per non trovarsi come il re dello scacco matto, sotto attacco e impossibilitato a muoversi. Mentre il Cavaliere alimenta la leggenda dell’ennesimo scouting, Matteo Salvini si va convincendo che in realtà non avrà i voti per puntare al Colle. “Gliene mancano più di 100. Come fa?”, ha confidato il leader della Lega a parlamentari amici, interpellati dalla Dire. Salvini ha anche confessato il proprio stupore alla notizia della visita di Gianni Letta a Palazzo Chigi, per incontrare Antonio Funiciello, capo di gabinetto di Mario Draghi. A quanto risulta alla Dire, il leghista si sarebbe convinto del fatto che Berlusconi, lungi dal riuscire a spuntarla per sé, possa mettere i suoi voti a disposizione dell’elezione di Mario Draghi. Il sospetto tra i leghisti è che venerdì scorso Letta abbia voluto rassicurare Draghi proprio su questo punto: “Silvio fa un tentativo, ma se non ce la fa, converge sul tuo nome”.

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Sulla scorta di questi ragionamenti il leader leghista si è convinto che oggi bisognasse muovere il quadro, ben prima cioè della scadenza di giovedì-venerdì prossimo, quando è fissato il nuovo vertice di centrodestra e Berlusconi avrebbe dovuto squadernare i conti che gli assicurano l’ascesa al Colle. Così Salvini oggi pomeriggio ha convocato la stampa e ha dettato il suo ultimatum: “Aspettiamo Berlusconi fino alla prima votazione”. Non oltre.  Lo scenario che inquieta la Lega prevede che il Cavaliere dal 24 gennaio si faccia votare alle prime tre votazioni – quando per essere eletti servono 672 voti – che prenda atto di non avere i consensi necessari (e prevedibilmente neppure i 505 che gli servirebbero dalla quarta votazione in poi) e che cerchi quindi di orientare i voti personali su Draghi, che è ancora il candidato più forte, visto che già oggi può vantare 503 voti (quelli del centrosinistra, di Italia Viva e Coraggio Italia) ed è dunque a un passo da quota 505. Berlusconi, cioè, si intesterebbe l’elezione di Draghi col minimo sforzo. Salvini ha dato ascolto ai consigli di Denis Verdini, autore di una lettera indirizzata a Confalonieri e Dell’Utri, ma che è una sorta di vademecum per il segretario della Lega, compagno della figlia. “Bisogna togliere il pallino dalle mani di Berlusconi”, è il mantra che traspare dalle parole di Verdini. Detto fatto, Salvini ha lanciato l’ultimatum. Ed ha ricominciato a tessere la propria tela, consultando anche l’emissario dei Cinque Stelle filo-Lega Riccardo Fraccaro. I due si sono visti a due passi dal Senato, prima che Salvini parlasse con la stampa. In Parlamento fonti di partito riferiscono di continui contatti tra i due Matteo. Renzi in un’intervista è tornato ad indicare per il Colle Draghi o una personalità che goda di ampio consenso. In molti sono convinti che la carta coperta di Salvini sia Pierferdinando Casini. 


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