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Eruzione del vulcano nelle isole Tonga distrugge cavo sottomarino e l’arcipelago resta offline

I tempi stimati per ristabilire le comunicazioni sono di "oltre due settimane. L'esplosione ha provocato anche un'onda anomala che non ha provocato né vittime né feriti

Pubblicato:17-01-2022 14:01
Ultimo aggiornamento:17-01-2022 14:06
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ROMA – Le isole Tonga rischiano di non poter accedere alla rete internet e cellulare per due settimane a causa dell’eruzione del vulcano sottomarino Hunga-Tonga Hunga-Ha’apai che si è verificata sabato. A riferirlo è la corrispondente per la regione del Pacifico del quotidiano New Zealand Herald, Barbara Dreaver.
L’esplosione ha provocato anche un’onda anomala che si è abbattuta sulle coste dell’arcipelago senza provocare né vittime né feriti ma distruggendo numerose proprietà, anche nella capitale Nuk’alofa, stando alle informazioni disponibili fino a oggi.

In un messaggio pubblicato su Facebook e rilanciato da molti utenti dei social media nativi delle isole la cronista afferma che “un cavo sottomarino è stato distrutto in due punti dall’eruzione” e uno di questi due segmenti “si trova in prossimità del vulcano”. Al momento, stando a quanto riporta Dreaver, la nave che si deve occupare delle riparazioni si trova in Papua Nuova Guinea. I tempi stimati per ristabilire le comunicazioni sono quindi di “oltre due settimane”. La giornalista ha reso noto che l’aeronautica neozalendese sta conducendo una missione per verificare più precisamente l’entità del danno.

Ascoltato dai media neozelandesi un alto funzionario del governo di Wellington nelle isole, Peter Lund, ha confermato che al momento non si registrano vittime nè feriti ma ha riferito di almeno due dispersi.
Sui social media si moltiplicano intanto gli appelli ad aiutare gli abitanti, sostanzialmente tagliati fuori dalle comunicazioni. Il portale di notizie delle isole del Pacifico The Coconet ha reso disponibili le informazioni necessarie per poter donare al Council for International Development del governo neozelandese.

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L’INFLUENCER OLIMPICO: “LA DIASPORA DI TONGA È IN ANSIA

Portabandiera alle Olimpiadi e ora anche messaggero della dispora tongana nel mondo che non riesce a mettersi in contatto con i suoi familiari sull’isola, colpita da un’eruzione vulcanica sottomarina e poi da un’onda anomala nel finesettimana. È la storia di Pita Taufatofua, atleta nel taekwondo e nello sci di fondo, balzato all’onore delle cronache grazie alle sua apparizioni in abiti tradizionali, e anche alla sua avvenenza, alle cerimonie di apertura dei Giochi di Rio de Janeiro nel 2016 e poi di Tokyo 2020, l’anno scorso.

Taufatofua, 39 anni, 17mila followers su Twitter e quasi 260mila su Instagram, ha condiviso una serie di messaggi sui suoi profili social, fornendo aggiornamenti sulla situazione e chiedendo al mondo di “essere consapevole del fatto che, proprio come lui” che non risiede nell’arcipelago “nel mondo ci sono tanti tongani che non riescono a mettersi in contatto con le loro famiglie”.

Lo sportivo ha condiviso un messaggio di sprone per tutti i tongani, che come l’Araba fenice “rinasceranno dalle ceneri” che hanno travolto la capitale Nuku’alofa dopo l’esplosione del vulcano. Taufatofua ha poi espresso la sua gratitudine per il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha fatto sapere di monitorare “con preoccupazione” l’evolversi della situazione.

Il numero dei tongani che vive all’estero è superiore ai 109mila abitanti ufficiale delle isole. Stando ai dati della Banca mondiale del 2018, le Tonga sono il Paese del mondo che fa maggior affidamento in assoluto sulle rimesse: rappresentano il 37 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) dell’arcipelago.

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