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I prodigiosi occhi di Ixpe iniziano l’esplorazione

Il satellite spaziale nato dalla collaborazione tra Asi e Nasa studia i resti di una supernova, Cassiopeia A

Pubblicato:17-01-2022 12:02
Ultimo aggiornamento:17-01-2022 12:29

cassiopeia a Image credit: NASA/CXC/SAO
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Image credit: NASA/CXC/SAO

Tutto perfettamente nei tempi. A poco più di un mese dal lancio, il satellite Ixpe, proprio come atteso, ha iniziato la sua attività osservativa. I suoi potenti occhi a raggi X si sono aperti sugli oggetti più caldi e energetici nell’Universo. 

IL PRIMO OBIETTIVO DI IXPE

Ixpe è stato lanciato in orbita il 9 dicembre da Cape Canaveral, a bordo di un razzo Falcon 9 della compagnia privata Space X di Elon Musk. La sua destinazione lo Spazio sopra l’Equatore, a circa 600 chilometri di quota. Sei giorni dopo, il 15 dicembre, il braccio robotico da 3,7 metri che separa i tre specchi identici di Ixpe dai suoi rilevatori è stato dispiegato. A quel punto, sono partite le manovre per il giusto allineamento dei telescopi e per verificare la loro capacità di puntamento. La calibrazione è avvenuta puntando Ixpe verso un buco nero e una pulsar. La grande lucentezza di queste due sorgenti ha permesso di individuare con esattezza il punto in cui arrivano i raggi x sui rilevatori di Ixpe.  Durata delle operazioni: tre settimane. Arriviamo così all’11 gennaio, giorno in cui Ixpe ha iniziato l’osservazione del suo primo obiettivo scientifico. Si trova nella costellazione Cassiopea. E’ Cassiopeia A: resti di una supernova esplosa nella via Lattea 350 anni fa. Per loro natura, le supernove sono dei perfetti laboratori di astrofisica. Ixpe fornirà dettagli sulla struttura del campo magnetico di Cassiopeia A, dati che non sarebbero reperibili in nessun altro modo e che permetteranno di comprendere da dove le particelle prendano velocità. Le osservazioni del primo obiettivo scientifico di Ixpe dureranno fino a fine gennaio 2022. “L’inizio delle osservazioni scientifiche di Ixpe segnano un capitolo nuovo per l’astronomia a raggi X”, ha commentato Martin Weisskop, il principal investigator della missione al Marshall Space Flight Center della Nasa in Alabama. “Una cosa è certa: possiamo aspettarci l’inaspettato”. 


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LA MISSIONE NASA-ASI

Ixpe, acronimo di Imaging X-ray Polarimetry Explorer, è una missione nata dalla collaborazione tra la Nasa e l’Agenzia spaziale italiana (Asi), che ha erogato un finanziamento da venti milioni di euro. Contributi scientifici arrivano da Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn), sul fronte industriale si registra la partecipazione di Ohb Italia. Ogni giorno, più volte al giorno, Ixpe spedisce i suoi dati a Terra, raccolti nella stazione italiana di Malindi, in Kenya. Da lì, vengono spediti a Boulder, Colorado, e infine in Alabama per essere analizzati. Il piano della missione, nata per osservare l’Universo attraverso la polarizzazione dei raggi X, prevede l’osservazione di almeno trenta obiettivi nel suo primo anno di operatività. Tra questi, buchi neri supermassicci, stelle di neutroni, come pulsar e magnetar. Il team di Ixpe è anche pronto all’osservazione di altri oggetti di interesse che potrebbero apparire nel cielo o brillare inaspettatamente. 

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