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Lamorgese a Foggia dopo l’escalation di violenza: “Avanti con il progetto cittadella della sicurezza a San Severo”

L'incontro è stato indetto dopo l'escalation criminale che ha caratterizzato il Foggiano nei giorni scorsi quando sono esplose 4 bombe a San Severo e 3 a Foggia

Pubblicato:17-01-2022 11:46
Ultimo aggiornamento:17-01-2022 14:33
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BARI – La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in prefettura a Foggia per una riunione straordinaria del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’incontro è stato indetto dopo l’escalation criminale che ha caratterizzato il Foggiano nei giorni scorsi quando sono esplose 4 bombe a San Severo e 3 a Foggia. A questi episodi si sommano un atto incendiario e un ordigno a Vieste. Al comitato partecipano anche il capo della Polizia Lamberto Giannini, i comandanti generali dei carabinieri e della guardia di finanza, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, la commissaria straordinaria per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Giovanna Cagliostro e i vertici della locale procura e della Direzione distrettuale antimafia di Bari.

La titolare del Viminale ha annunciato che nelle prossime settimane arriveranno 50 poliziotti che intensificheranno l’azione di contrasto sul territorio. Sono previsti rinforzi anche per l’attività giudiziaria con “l’ampliamento della pianta organica ordinaria che prevederà delle unità in più di personale amministrativo”, ha detto sabato scorso durante una visita nel Foggiano la sottosegretaria alla giustizia Anna Macina che con il procuratore capo Ludovico Vaccaro ha affrontato il nodo del pool, in carico alla Dda di Bari ma che indaga e lavora su Foggia con “la possibilità che sia presente sul territorio”.

Intanto sabato scorso è stata effettuata una un’operazione congiunta di controllo del territorio, che ha portato all’arresto per traffico di stupefacenti di quattro persone, alla denuncia di un’altra decina e al sequestro di due chili di droga tra eroina, cocaina, hashish e marijuana. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati anche due pistole, munizioni ed esplosivo, oltre ad assegni e carte di debito per 21mila euro. Dopo la riunione del comitato sarà presentata l’associazione anti racket che nascerà a Foggia e dedicata ai fratelli Luciani, uccisi a San Marco in Lamis cinque anni fa. Lamorgese incontrerà quindi gli studenti dell’Università di Foggia. A garantire la sicurezza delle aree in cui si svolgono gli incontri sono 150 unità tra agenti di polizia, carabinieri e finanzieri. A lavoro anche i tiratori scelti, nucleo anti sabotaggio e unità cinofile.


LAMORGESE: “VA AVANTI PROGETTO CITTADELLA DELLA SICUREZZA A SAN SEVERO”

“Sulla realtà di San Severo – spiega la ministra – vorrei ricordare il progetto della cittadella della sicurezza che è davvero importante. E il progetto sta andando avanti da tanto”.

Per Lamorgese saranno fondamentali per il territorio foggiano i “sistemi di videosorveglianza ad alta definizione“. “E su questa questione – aggiunge – ho precisato che sono stati stanziati fondi ad hoc per 80 milioni di euro”. “Il Comune di Foggia ha presentato un progetto di circa un milione di euro. Anche San Severo ha presentato un progetto per videosorveglianza da 430mila euro e a breve sarà formalizzata la graduatoria. L’attenzione è massima”, ha continuato evidenziando che “la paura non deve condizionarci. La denuncia non può che rendere più lieve la vita di una persona”. 

VEDOVA LUCIANI: “CHI DENUNCIA AIUTA L’INTERA COMUNITÀ”

“Mi auguro che questa nuova associazione antiracket sia sostenuta dall’intero territorio, perché bisogna evidenziare con forza che un imprenditore che denuncia non lo fa solo per se stesso ma per l’intera comunità. Così come un familiare di una vittima innocente di mafia che si espone non lo fa solo per se stesso ma per l’intera comunità, affinché nessun’altra famiglia possa essere travolta dal suo stesso dolore”. Lo ha detto da Foggia Arcangela Luciani, vedova di Luigi ucciso con il fratello Aurelio il 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis assieme al boss Luciano Romito e a suo cognato.

“Su questo territorio, per anni, ha regnato un silenzio assordante ma dopo il 9 agosto abbiamo cominciato a sentire delle voci, molte persone che si ribellano e che dicono no”, ha riferito evidenziando che quando si è vittime innocenti di mafia si arriva “a credere che la tua stessa vita non abbia più senso e ragione di essere”. Per Luciani “bisogna fare un salto di qualità: agire, collaborare e denunciare”. “Quindi mi auguro che questo territorio, da anni e anni martoriato dalla mafia, inizi ad alzare la testa”, ha aggiunto.

DE RAHO: “MAFIE FOGGIANE SONO DI GRANDISSIMA PERICOLOSITÀ

Nel territorio foggiano c’è sempre paura a denunciare e questo succede come “conseguenza della violenza con cui si muovono le mafie foggiane. Le mafie foggiane sono mafie di grandissima pericolosità e gli attentati che hanno posto in essere sono come una sfida allo Stato e di fronte a questa sfida lo Stato si muoverà con l’energia che compete a uno Stato di diritto che deve però imporre l’osservanza della legge a tutti e proteggere i cittadini”. Lo ha detto da Foggia il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho.

La risposta agli attentati dinamitardi per de Raho si concretizza “sicuramente con un impiego di ulteriori risorse e di controlli ripetuti e frequenti del territorio in modo che il cittadino possa sentirsi protetto, tutelato e garantito”. “Con uno Stato forte, con una magistratura che si muove con rapidità, con interventi sul territorio” è possibile dare “garanzia e protezione al cittadino, ha continuato il procuratore convinto che così “anche l’omertà verrà erosa dalla forza di difesa del nostro Paese”.

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