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A ‘Communia’ un’assemblea per il futuro di via dei Lucani

Istituzioni, attivisti e cittadini si sono incontrati per scongiurare la fine dello spazio autogestito che da otto anni svolge attività di mutuo soccorso nei locali delle ex officine Piaggio di Scalo San Lorenzo

Pubblicato:16-12-2021 19:41
Ultimo aggiornamento:16-12-2021 19:41

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ROMA – “Quale futuro per via dei Lucani?”. È la domanda con cui è stata convocata una grande assemblea pubblica ieri sera a ‘Communia‘, lo spazio autogestito che da otto anni svolge attività di mutuo soccorso nei locali delle ex officine Piaggio di Scalo San Lorenzo, per rivendicare verde e servizi pubblici in un’area che è stata abbandonata per decenni al degrado più totale. Si tratta appunto del quadrante di via dei Lucani, balzato agli onori della cronaca nel 2018 quando, in uno stabile fatiscente, fu ritrovato il corpo senza vita della sedicenne Desirée Mariottini.

Tanti i rappresentanti delle istituzioni e delle realtà sociali cittadine che hanno risposto alla chiamata di ‘Communia’, un’esperienza che rischia di essere cancellata da una procedura giudiziaria. Il prossimo 20 dicembre, infatti, lo spazio andrà all’asta con un terzo delle proprietà fallimentari dell’area, rischiando di compromettere il lungo iter per la destinazione pubblica avviato dalla precedente amministrazione in dialogo con la cittadinanza. “Siamo qui per dire che la nuova Giunta comunale deve portare avanti il percorso di progettazione partecipata che da anni abbiamo intrapreso con tutta la cittadinanza attiva della Libera Repubblica di San Lorenzo – ha detto Marco Filippetti, attivista di ‘Communia’ – Un progetto importante, in cui vengono garantiti servizi come piscina, sport, parco attrezzato, locali per gli artigiani e le associazioni. San Lorenzo ha bisogno di servizi e di verde, se vogliamo una città dei 15 minuti, qui non ci possono essere nuove palazzine e una colata di cemento, ma una città vivibile e attrezzata”.

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Un progetto che tuteli l’esperienza di mutuo soccorso di ‘Communia’ che, contiuna Filippetti, “in questi otto anni di attività ha di fatto sopperito a una mancanza molto grave dei proprietari che hanno abbandonato totalmente quest’area. Noi con l’aula studio, la sartoria migrante, con le attività dello sportello sindacale, abbiamo ridato vita a una parte morta di questa città e queste attività devono essere tutelate“. Lunedì scorso c’è stato un primo importante segnale positivo in questo senso, perché il nuovo assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia ha ricevuto gli attivisti di ‘Communia’, manifestando la volontà di tutelare le attività dello spazio e la realizzazione di servizi per il quaritere. “Veloccia ha però espresso delle perplessità rispetto al progetto di esproprio previsto dalla delibera di agosto del precedente assessore Montuori – ha detto Filippetti – perché i proprietari dei lotti con una serie di ricorsi potrebbero portare a uno stallo di anni. Ha detto che non esclude questa possibilità, ma che incontrerà i proprietari entro la fine dell’anno e se ci saranno problemi tecnici, rimetterà tutti gli attori intorno a un tavolo per un progetto condiviso, ma che tutelerà il fulcro dei servizi pubblici che abbiamo proposto dal basso”.

Un riconoscimento del valore sociale del percorso di co-progettazione da parte dell’amministrazione, quindi, che è stato ribadito anche ieri dai rappresentati delle istituzioni presenti. “La nostra volontà è quella di ricostruire una città pubblica – ha detto Tiziana Biolghini, consigliera comunale di Roma Futura – ma la delibera Montuori è stata una mezza fregatura, fatta subito prima delle elezioni, che non individua che c’è un’asta giudiziaria in corso e che non è stata ratificata dall’Assemblea Capitolina. Per questo stiamo lavorando per trovare degli strumenti corretti per conservare gli spazi per la socialità, i servizi e l’associazionismo in questo quadrante. Noi ci siamo e ci batteremo con i cittadini e le istituzioni, affinché questo progetto sia come l’avete delineato: un generatore di welfare di comunità”, ha promesso Biolghini.

Un esempio concreto di welfare per il territorio attivato dall’esperienza di ‘Communia’ è ‘Sharewood’, un’aula studio autogestita dagli studenti ed aperta fino a tardi. “Sharewood è rimasta aperta anche in pandemia, garantendo la sicurezza e la socialità di tantissimi studenti e studentesse – ha detto Sabrina, del collettivo di ‘Sharewood’ – non è solo uno spazio fisico per studiare, ma un presidio permanente al diritto allo studio, una comunità resistente di studenti e giovani nel contesto di un quartiere sempre più gentrificato”.

Una ricchezza che non può essere quantificata dal solo impatto sociale, secondo la consigliera regionale Marta Bonafoni, che ha preso la parola in assemblea. “La valutazione dell’impatto sociale non misura i desideri, i sogni, le relazioni, il welfare imprevedibile che creano questi spazi – ha detto Bonafoni – Prima si diceva ‘teniamo alto il conflitto dal basso’, io da isitituzionale vi dico che ci aiuterebbe avere questo tenore di sfida, perché il rischio è che la capacità generativa degli spazi venga neutralizzata. L’ho già detto all’assemblea di ‘Esc’, ma è ancora più vero nel caso di ‘Communia’, perché siamo dentro a una vertenza con i privati, quindi qui c’è bisogno di un coraggio maggiore da parte delle amministrazioni e vostra, per riprenderci una parte di città. Questo spazio ci racconta di una sfida enorme e trasformativa, scritta a partire dei giorni di Desirée: dove i privati hanno creato il vuoto del degrado, che è stato il presupposto di quel femminicidio, gli attivisti di questo quartiere hanno rivendicato un altro modo di fare spazio pubblico“.

La cosigliera regionale ha poi avanzato delle proposte concrete per salvaguardare questa esperienza. “Non ci manca il quadro normativo – ha concluso Bonafoni -, la Regione ha messo in campo degli strumenti, in primis la legge sui beni comuni, la cui messa a terra può essere molteplice. Ora ci sono degli ostacoli oggettivi per le procedure giudiziarie che viaggiano sopra le nostre teste, ma io penso che la Regione, avendo delega sul diritto allo studio ed essendo questo il quartiere degli studenti, possa mettersi al tavolo con voi e capire come garantire la continuità del progetto. Sarà un percorso complesso, ma del quale questa città ha terribilmente bisogno”.

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