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Confesercenti boccia il cashback: “Inopportuno, metà esercizi senza contactless”

La presidente De Luise: "Chiudere i centri commerciali nei weekend è discriminante"

Pubblicato:16-12-2020 17:04
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 17:09

lotteria degli scontrini
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 ROMA – “In una fase di totale incertezza, fra chiusure, sistemi di sicurezza da garantire, era così urgente ripartire con il cashback e con la lotteria degli scontrini? Siamo purtroppo ancora per molti versi agli albori di un processo di digitalizzazione compiuto. Il 50% dei registratori di cassa non è ancora adeguato alla lotteria dello scontrino e per il contactless. Abbiamo chiesto la proroga perché partire con il 50% della rete non pronta è una scelta sbagliata, intempestiva. Che dire poi della rincorsa ad ottenere il cashback che spinge i consumatori a pagare piccoli importi con carte di credito. Senza che per acquisti inferiori a 25€ siano state azzerate le commissioni? E con la conseguenza che per alcune imprese la vendita si tradurrà in una perdita?”. Così la presidente Confesercenti Patrizia De Luise durante l’assemblea annuale dell’associazione.

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“Anche la chiusura delle gallerie e dei centri commerciali nelle giornate festive e prefestive, una scelta discriminante, immotivata. Gallerie chiuse e grandi complessi monomarca aperti: una decisione incomprensibile. Proprio oggi il TAR del Lazio discuterà il nostro ricorso contro il provvedimento. Che continua a distorcere la concorrenza: lockdown ed on-line vanno a braccetto e stanno tutt’ora andando a braccetto. Dal mese di ottobre ad oggi 83 milioni di euro di vendite al giorno sono stati letteralmente dirottati dagli esercizi fissi all’on-line. L’on-line è un canale di vendita importante, non va demonizzato, è utilizzato da tante nostre imprese. Ma fino ad ora ha goduto di enormi privilegi. E non è giusto accusare gli imprenditori che gestiscono gli esercizi di vicinato di non essere al passo con i tempi. Tanti hanno avviato servizi innovativi, consegne a domicilio, offerte tramite i social, piattaforme di quartiere. Ma il web non può essere per tutti. La digitalizzazione invece deve essere a portata, prima di tutto, delle PMI. Si utilizzino le risorse del Recovery Fund anche per creare piattaforme digitali autoctone. Lo shopping web è di fatto monopolizzato da pochi. Un trasferimento di ricchezza del nostro Paese ad altri“, ha concluso.


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