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ROMA – “A breve valuteremo la legge di bilancio e ho deciso di depositare un emendamento che sia di supporto per le donne vittime di violenza, non abbiamo specificato se fisica, economica o psicologica. Parliamo di un fondo di 3 milioni per il 2021, e 3 per il 2022″. A presentare questa misura, intervistata dalla Dire, è Veronica Giannone, deputata del Gruppo Misto e Segretaria della Commissione Infanzia e Adolescenza, impegnata al fianco di tante donne che dopo aver denunciato violenza rischiano di perdere i propri figli, e che ha presentato un emendamento per aiutare le vittime anche in questo ambito.
“Le donne potranno in questo modo affrontare con più facilità le spese giudiziarie– ha spiegato Giannone- sia in una fase preliminare, che giudiziale. Esiste già il fondo nazionale per il ‘gratuito patrocinio’, ma è sempre più difficile trovare legali disposti ad usufruirne, perché purtroppo molte volte arriva dopo anni e in secondo luogo se si arriva all’assoluzione il giudice può decidere di revocare quel gratuito patrocinio”. E proprio su questo la deputata ha incalzato: “Il Consiglio Europeo ha valutato l’Italia come una nazione che troppo spesso archivia le denunce di violenza da parte delle donne”.
Il fondo ha “un ampio spettro, proprio per non dare limiti, magari anche per pagare le CTU richieste in tutti i casi di allontanamento dei minori dalla madre quando vi è denuncia di violenza familiare e finisce sotto valutazione la capacità genitoriale della donna da parte di questi consulenti, per lo più psicologi forensi che utilizzano spesso costrutti ascientifici che comportano l’allontanamento dei bambini per inserirli in comunità o presso il genitore denunciato, che spesso ha un procedimento penale o una condanna a suo carico”, ha spiegato Giannone, che ha presentato numerose interpellanze urgenti su questi casi. Si tratta di “violazioni della Convenzione di Istanbul di cui mancano ancora- ha ricordato la deputata- molti decreti attuativi”.
“Esiste già un percorso di recupero per chi commette reati ed è in carcere. Non c’è bisogno di uno esterno”. E’ questa la posizione della deputata Giannone sui Ddl proposti dalle senatrici Donatella Conzatti e Alessandra Maiorino per il recupero degli uomini violenti e maltrattanti, come chiesto dalla stessa Convenzione di Istanbul. Ma anche per chi ha ricevuto un ammonimento Giannone ha avanzato perplessità sul metodo adottato e sulla sua efficacia nel ‘disinnescare questi uomini bombe ad orologeria’: “Non ci sono dati che ci dicano che siano efficaci e che questi uomini siano cambiati- ha ribadito- poche volte ho letto di terapie individuali. Esiste già la terapia ed è dentro il carcere”. Semmai “miglioriamo i percorsi nel carcere- ha aggiunto Giannone- la priorità per me è aiutare le vittime. Nei Tribunali le donne continuano a non essere tutelate. Non possiamo permetterci di fermarci e dobbiamo aumentare l’informazione su questi casi: la gente deve capire che può accadere a chiunque”.
Sulla sentenza della mamma coraggio Frida, di cui la Dire ha scritto nell’inchiesta ‘Mamme coraggio’, ‘condannata per difesa temeraria per aver chiesto aiuto oltremisura alla deputata Giannone e alla stampa’ l’onorevole ha commentato: “I giudici hanno rispettato il mio ruolo parlamentare definendo legittima ogni mia azione, ma non c’è dubbio che questa sentenza sia un monito che i giudici hanno voluto dare a questa donna e- ha concluso- a tutte coloro che vogliono denunciare pubblicamente”.
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