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Mafia Capitale, processi Venafro e Monge fuori dal maxi-procedimento

Lo ha stabilito il presidente della X sezione penale del Tribunale di Roma, Rosanna Ianniello, respingendo l'istanza di riunione presentata dalla Procura di Roma

Pubblicato:16-12-2015 10:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:43

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ROMA – I processi relativi alle posizioni di Maurizio Venafro (ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti) e Mario Monge (presidente del consorzio di cooperative Sol.Co.) non saranno riuniti al maxi-processo di Mafia Capitale. Lo ha stabilito il presidente della X sezione penale del Tribunale di Roma, Rosanna Ianniello, respingendo l’istanza di riunione presentata dalla Procura di Roma.

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Le posizioni di Venafro e Monge, per i quali il gup aveva già disposto il giudizio, riguardavano quella parte dell’inchiesta Mafia Capitale relativa all’appalto del Centro Unico di Prenotazione della sanità laziale per la quale sono accusati di turbativa d’asta. “Considerato che la riunione determinerebbe comunque un ritardo nella definizione del procedimento a carico di Bolla + 45 e in relazione alle posizioni di Monge e Venafro la definizione risulterebbe inevitabilmente ritardata in caso di riunione, per questi motivi respinge la richiesta di riunione e dispone il rinvio dei due procedimenti, a carico di Mario Monge e Maurizio Venafro, dinanzi al giudice già designato”.


Il legale di Venafro, Maurizio Frasacco, aveva chiesto la riunione dei procedimenti, perché pur “consapevole dell’aggravio in termini temporali e difensivi che si viene a determinare per Venafro la necessità per l’imputato e’ fare chiarezza”, inoltre “la separazione dell’esame del fatto riguardante gli altri imputati da quella relativa a Venafro non potrebbe non portare a una valutazione organica e a una decisione logica nei due distinti procedimenti”.

Diverso era stato l’avviso dell’avvocato di Monge, Franco Lazzarone, “Monge ha interesse a una rapida definizione della sua posizione che e’ molto particolare, anche il capo imputazione e’ una sorta di concorso esterno. Si tratta di una condotta decisamente limitata e in questo modo si rischia dai fare diventare complessa una vicenda che non lo è”. Il processo a Venafro e Monge riprendera’ il 17 febbraio alla seconda sezione del Tribunale di Roma secondo collegio. Il primo verrà eseguito con rito immediato (non essendosi presentato l’imputato dinanzi al gup).

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