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Scommesse, ci risiamo: Florenzi indagato (ma in Figc sapevano tutto)

Per la Procura di Torino stesse accuse di Fagioli, Tonali e Zaniolo. Guardian: "Basta ipocrisie"

Pubblicato:16-11-2023 11:41
Ultimo aggiornamento:16-11-2023 11:41
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ALESSANDRO-FLORENZI
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ROMA – Quando la notizia spunta sulle home page, l’Italia è tutta concentrata sul tennis. A Torino Medvedev sta battendo Zverev, e davanti alla tv i tifosi di Sinner stanno ricalcolando le varie ipotesi di qualificazione dell’azzurro alle semifinali delle Atp Finals. “Florenzi indagato”. E’ un lampo. Di nuovo le scommesse. Ma non era finita? Che fine ha fatto l’indagato Zaniolo? Non era un caso circoscritto? Ci risiamo.

Ma l’allargamento dell’inchiesta della Procura di Torino al giocatore del Milan è una sorpresa solo per chi s’era distratto. La Gazzetta dello Sport scrive infatti che “la notizia dell’iscrizione al registro degli indagati di Alessandro Florenzi non ha sorpreso la procura federale“. Anzi: “La procura federale era a conoscenza di un fronte Florenzi ma naturalmente le indagini della giustizia ordinaria devono avere la precedenza”. Florenzi come Tonali, Fagioli e forse Zaniolo insomma. E’ anche lui indagato per l’articolo 4, “esercizio abusivo di scommesse”, e non per la “frode sportiva” dell’articolo 1 della legge 401. La parola chiave, in ambienti Figc, è massima riservatezza. La tendenza è riportare tutto a casi isolati, non farne un dramma sistemico.

All’estero invece la stampa legge lo scandalo con altri occhi. Basta ipocrisie, scrive il Guardian: “Individuare i singoli giocatori-giocatori per punirli, anche se giustificato, significa in realtà tenere gli occhi lontani dalla soluzione più grande. Le sospensioni aiutano ad alimentare la finzione che il calcio sia uno stato di diritto, un regno di valori e parità di trattamento, piuttosto che quello che è diventato: un centro di smistamento per il traffico di denaro e influenza. Toney e Tonali sono i capri espiatori di un sistema guasto. L’intero spettacolo delle punizioni dei giocatori nel calcio oggi è diventato un modo per imporre una forma di giustizia selettiva che distrae da altre infrazioni che rimangono impunite. Sostituisce un sottile proceduralismo con un’inequità più profonda. I grandi criminali corrono liberi, mentre i piccoli vengono messi in panchina”.


E ancora: “Fingere sorpresa per la presenza di atleti scommettitori in mezzo ad una cultura sportiva costruita sul gioco d’azzardo sembra altrettanto falso. Una cultura marcia genera abitudini marce. Ma sono i club e i funzionari che hanno consegnato il calcio agli dei del gioco d’azzardo, non il pugno di giocatori incapaci di resistere agli incentivi che vengono loro offerti ogni giorno. Se la responsabilità per la corruzione del denaro nello sport si trova da qualche parte, è nei vertici”. 

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