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Nuovo blitz di Ultima Generazione, imbrattata con la vernice la sede centrale della CDP a Roma

L'appello degli attivisti: "Interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni"

Pubblicato:16-11-2022 14:41
Ultimo aggiornamento:21-11-2022 14:38
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ultima generazione incontro pichetto
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ROMA – Nuovo blitz degli attivisti di Ultima Generazione questa mattina alla sede della Cassa Depositi e Prestiti di via Goito a Roma. Quattro appartenenti al movimento ambientalista sono arrivati di fronte all’edificio intorno alle 11.30 e hanno imbrattato la facciata della sede centrale della CDP: due di loro hanno azionato un getto di vernice arancione con degli estintori sul lato sinistro rispetto all’ingresso. Terminata l’azione, tutti e quattro hanno incollato una mano al fabbricato. Tempestivo l’intervento della sicurezza che ha frettolosamente tirato via le mani dei manifestanti, provocando loro delle escoriazioni. Al momento l’azione è ancora in corso.

“Sono stufo che i soldi dei cittadini del mio Paese, i risparmi di anni delle famiglie come la mia, gli sforzi dei lavoratori e delle lavoratrici, siano letteralmente buttati in progetti a sostegno dei combustibili fossili. CDP, con più dell’80% delle proprie azioni controllate dallo Stato, attraverso i suoi capitali permette a grandi inquinatori come ENI, SNAM e SAIPEM di continuare a investire in gas, petrolio e carbone, in Italia e all’estero. Ogni euro investito nelle fonti fossili – come dice l’International Energy Agency – è investito nella morte delle persone, nella distruzione del mio futuro e della generazione a cui appartengo”, ha dichiarato Davide. E ancora sempre dal movimento, “Un danno diretto ai responsabili della crisi socio-climatica. Ente finanziario all’82,77% a partecipazione statale, la CDP possiede SACE (agenzia assicurativa che garantisce progetti legati al fossile in Italia) dal 2012 e ha comprato SNAM (il più grande operatore del sistema di trasporto del gas) da ENI. È anche nel consiglio azionario di TERNA (l’agenzia statale che si occupa di concessioni di impianti energetici), di ITALGAS (distributore di gas) e di SAIPEM (società di servizi braccio destro nella costruzione di tutte le infrastrutture di ENI). Possiede inoltre il 25,96% della stessa ENI.

Tutti questi nomi, parte delle proprietà di CDP, sono dunque da un lato aziende direttamente produttrici di energia derivanti da fonti fossili, e, dall’altro, istituti internazionali ed enti pubblici che finanziano o assicurano i progetti di sfruttamento di Oil&Gas delle prime. Aziende energetiche, finanziatori e assicuratori partecipati da CDP hanno in maggioranza grandi interessi e affari correntemente in atto in Egitto che, pure ospite della XXVII conferenza delle parti, è luogo di perpetrate violazioni di libertà e diritti umani e civili, primi fra tutti i casi Regeni e Zaki, nonché di repressione della libertà di espressione e di manifestazione diretta di attivisti e attiviste, anche nella situazione della Cop. Nonostante questo contesto critico, ambientale come umano, i soldi pubblici continuano a confluire in progetti simili, rimandando a tempi sempre più incerti la necessaria conversione energetica che è doveroso portare da subito. Senza cambi di direzione da parte di questi giganti del finanziamento al fossile la situazione difficilmente virerà verso rotte più virtuose. È arrivato il momento che i diretti responsabili rispondano dei danni e della devastazione che causano”.


“Dopo un mese di blocchi stradali continuati, che ci ha portato a parlare massicciamente e onestamente di collasso ecologico e climatico sulle reti TV nazionali e su tutti i social, ho sentito il bisogno di portare non solo un messaggio d’allarme ma anche un danno diretto a chi in questo momento è fra i principali responsabili – a livello politico ed economico – della situazione che stiamo vivendo. Ribellarsi è necessario e ci sono tantissimi modi per farlo: vorrei che ogni persona cercasse il proprio invece di criticare solo quelli degli altri”, è invece l’appello di Alessandro.

Cassa Depositi e Prestiti “ipoteca il nostro presente e il nostro futuro investendo miliardi in progetti legati al fossile, spesso predatoriamente delocalizzati nel Sud del mondo. Questo, oltre a devastare i territori e a spingere sempre più persone alla migrazione forzata, ha ricadute occupazionali inammissibili su italiani e italiane. Installare almeno 20 GW di rinnovabili, come stiamo pretendendo dal governo, creerebbe invece fino a 89.000 posti di lavoro”, così Laura, attivista di Ultima Generazione. In sintesi le richieste del movimento sono “interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale; procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20 GW nell’anno corrente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.

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