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A Bologna “i legali d’ufficio si trovino i supplenti”, insorge la Camera penale

Per i penalisti "si costringe l'avvocato a fare un lavoro che non gli compete"

Pubblicato:16-11-2022 12:45
Ultimo aggiornamento:16-11-2022 12:45
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BOLOGNA – I penalisti bolognesi sono sul piede di guerra dopo aver letto l’ordine di servizio emesso lunedì dal Tribunale di Sorveglianza del capoluogo emiliano. Nel documento, firmato dalla presidente facente funzione Manuela Mirandola, si stabilisce che per ogni udienza collegiale o monocratica “verrà nominato un difensore d’ufficio per l’assistenza di tutti gli interessati privi di difensore di fiducia”, aggiungendo che il legale in questione “dovrà, in caso di rinvio di alcuni procedimenti, partecipare- personalmente o tramite sostituto- all’udienza successiva”, anche se per quell’udienza “vi sia stata la nomina di un altro difensore d’ufficio”.

Ma soprattutto, l’ordine di servizio dispone che “in caso di impedimento del difensore d’ufficio” e, di conseguenza, di “eventuali impedimenti” allo svolgimento dell’udienza, dovrà essere lo stesso legale a “reperire un sostituto, senza alcun onere a carico del Tribunale-Ufficio di Sorveglianza”. La decisione di ‘scaricare’ sugli avvocati la responsabilità di trovarsi un sostituto- presa, si legge nel documento, per “evitare eccessivi disagi”, dal momento che “si stanno ripetutamente verificando disguidi e incomprensioni sulla questione dei difensori d’ufficio per le udienze collegiali e monocratiche”- manda però su tutte le furie la Camera penale di Bologna. Parlando alla ‘Dire’, infatti, il presidente dei penalisti bolognesi, Roberto D’Errico, afferma senza mezzi termini che quanto stabilito nell’ordine di servizio “non è previsto dalla legge” e, sostanzialmente, “costringe l’avvocato a fare un lavoro che non gli compete“. Per questo, assicura D’Errico, “nei prossimi giorni replicheremo senz’altro a questo ordine di servizio”.


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