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Parco nazionale d’Abruzzo, 5 orsi annegati in 8 anni in una vasca di raccolta acqua

L’Associazione per la conservazione dell’Orso bruno Marsicano: "Gravi le responsabilità dei proprietari del fondo"

Pubblicato:16-11-2018 11:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:47
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ROMA – Gli orsi muoiono grazie all’ignavia degli Enti e all’inefficienza delle amministrazioni. Gravi le responsabilita’ dei proprietari del fondo, del PNALM e dei Carabinieri forestali per il mancato controllo del territorio a loro affidato. E’ questa la denuncia, in un comunicato, dell’Associazione per la conservazione dell’Orso bruno Marsicano. 5 orsi, di cui 4 femmine – prosegue la nota – annegati in 8 anni nella stessa vasca in territorio di Villavallelonga sulla Serralunga, in un fondo che i proprietari, eredi di quel galantuomo di Emilio Sipari, affittano ad alcuni allevatori della zona. Nel 2010 un’orsa ed il suo piccolo vi erano caduti dentro probabilmente in questo stesso periodo dell’anno (l’autopsia aveva messo in evidenza resti di corniolo nei loro stomaci) ma erano stati ritrovati solo a fine inverno, nel giugno del 2010.

Alcuni di noi, che poi avrebbero dato vita alla nostra associazione, ricordano ancora i proclami dei vertici del Parco e del Corpo Forestale di allora sulla necessita’ di un censimento di questi vasconi montani , strutture quasi sempre abusive e pericolose per uomini e bestie, da mettere in sicurezza al piu presto. Ebbene ci vollero 2 anni per dotare la vasca di una recinzione evidentemente insufficiente visto che circa 6 mesi fa ci fu segnalato che non esisteva piu, segnalazione che passammo immediatamente a chi di dovere, come ammette oggi l’Ente parco nel suo comunicato. Dopo vari e vani tentativi dello stesso di imporre ai proprietari del fondo la messa in sicurezza del manufatto proprio la settimana scorsa la nostra associazione resasi conto che la soluzione al problema avrebbe richiesto tempi geologici come sempre accade quando enti ed amministrazioni pubbliche sono chiamati ad intervenire, aveva deciso di procedere autonomamente ai lavori. Poi oggi la notizia che non avremmo mai voluto ricevere.


Come potranno mai giustificare il loro comportamento i proprietari del fondo che ricavano reddito dal suo affitto ma non spendono qualche centinaio di euro per evitare che anche delle persone possano rischiare la vita? Quale giustificazione puo’ accampare il Comando regionale dei Carabinieri Forestali a cui e’ demandato il controllo del territorio boschivo montano? Quante volte in un anno i Carabinieri Forestali effettuano un sopralluogo sulla Serralunga? Se non ci fosse stato il solito escursionista avremmo ritrovato le carcasse la prossima estate come nel caso del 2010 e sempre grazie ad un escursionista o ad un pastore, uno di quei pastori che probabilmente hanno divelto la recinzione installata nel 2012 perche’ scomoda per i propri animali.

Ma la Serralunga e’ forse far west, territorio non soggetto alla legge? Il Comune di Villavallelonga non aveva forse l’obbligo anch’esso di richiedere la messa in sicurezza del vascone o in alternativa il suo smantellamento? L’Ente Parco manda i suoi tecnici e i guardiaparco a fare monitoraggio in quell’area regolarmente per cui una volta rilevato il pericolo posto dalla vasca avrebbe dovuto provvedere immediatamente, salvo poi denunciare i proprietari e rivalersi su di loro o questo e’ chiedere troppo a coloro che hanno l’onere e l’onore di lavorare per la conservazione dell’orso piu’ raro al mondo? La nostra rabbia e’ grande perche’ perdite assolutamente ingiustificabili come queste, causate da pigrizie ed inefficienze imperdonabili, vanificano l’impegno e il duro lavoro di tante persone perbene.

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