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Flat tax, Sos partita Iva: “A professionisti medi non conviene, ecco i numeri”

Sos partita Iva ha analizzato- con tanto di simulazioni- il reale impatto della proposta di flat tax del Governo

Pubblicato:16-11-2018 10:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:47

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ROMA – “Doveva essere una riforma fiscale epocale, in grado di rilanciare finalmente l’economia, il Pil e premiare chi rischia e produce in questo Paese, invece si è ridotta a una micro-agevolazione per pochissimi che non produrrà alcun miglioramento strutturale della situazione”. Così Andrea Bernaudo, presidente di Sos partita Iva, a margine di un incontro con Francesco Brusco, presidente dell’Associazione provinciale di Roma di FenImprese e responsabile Ufficio fiscale nazionale, per approfondire il reale impatto della proposta di flat tax del Governo collegata alla legge di Bilancio in discussione alla Camera.

Abbiamo fatto delle simulazioni (GUARDALE QUI) partendo da casi concreti- spiega Bernaudo- e messo a confronto il regime forfettario proposto dal Governo con l’attuale sistema ordinario: è stato semplice, purtroppo, dimostrare che la convenienza a optare per questa flat tax prevista fino a un fatturato lordo di 65.000 euro venga meno nei casi in cui il professionista sia minimamente organizzato e soprattutto nel momento in cui decida di iniziare a strutturare l’attività – per formare una famiglia e rendersi autonomo – e quindi a offrire lavoro per qualche collaboratore, creando a sua volta nuova occupazione. Quindi anche all’interno della platea di chi fattura al di sotto dei 65.000, salvo i giovanissimi freelance e start up, la gran parte delle partite Iva/professionisti non avrà alcuna convenienza ad optare per il regime forfettario previsto dal Governo. L’abolizione delle detrazioni, costi aziendali deducibili e spese di gestione limitano moltissimo l’efficacia della manovra, per cui il nostro auspicio è che il Governo scommetta più su chi lavora e intraprende, piuttosto che su chi sta a casa a guardare la tv aspettando il reddito di cittadinanza”.


“Purtroppo, salvo improbabili ripensamenti- conclude Bernaudo- siamo di fronte alla solita montagna propagandistica sulle partite Iva che ha partorito un topolino”.

 

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