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Diaspore per lo sviluppo, a Roma il summit (inter)nazionale

I protagonisti saranno le associazioni dei migranti, ben 2100 in Italia, con le loro idee e proposte.

Pubblicato:16-11-2017 15:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:54

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ROMA – Per favorire uno sviluppo internazionale più equilibrato e sostenibile bisogna utilizzare appieno le potenzialità delle comunità straniere, risorsa strategica, ponte tra Paesi: è l’assunto di base del primo Summit nazionale delle diaspore, in programma sabato a Roma. I protagonisti saranno le associazioni dei migranti, ben 2100 in Italia, con le loro idee e proposte. L’impegno è stabilire un dialogo nuovo tra le comunità e la politica, a partire dalla legge 125/2014 che ha riformato la cooperazione allo sviluppo; individuando nell’apporto delle diaspore un momento essenziale.

 


 


DIOMA (CONS. NAZIONALE): DIASPORE CHIAVE SVILUPPO

“C’e’ tanta voglia di partecipare” sorride alla DIRE Adrien Cleophas Dioma, documentarista e scrittore di origini burkinabe’, direttore del Festival Ottobre africano e animatore del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo. Parla del primo Summit nazionale delle diaspore, occasione di confronto con le associazioni migranti, in Italia ben 2100.

Al vertice, sabato a Roma, parteciperanno i dirigenti della Farnesina e i responsabili dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). A essere protagonisti saranno pero’ soprattutto le organizzazioni espressione della diaspora, essenziali per un dialogo tra le comunita’ straniere e la politica.

È questo l’elemento evidenziato da Dioma, che presso il Consiglio coordina il gruppo di lavoro Migrazioni e sviluppo: “A Roma arriviamo dopo sette incontri territoriali, da Cagliari a Padova, e dopo due appuntamenti a Torino e Milano con gli imprenditori; ci siamo confrontati sulla legge 125/2014 per la cooperazione italiana, una riforma ancora poco conosciuta, che bisogna ora rendere efficace e concreta”.

Nel testo, per la prima volta, le diaspore sono riconosciute come strumento chiave nella prospettiva delle relazioni internazionali. “L’Italia – si legge all’articolo 26 – promuove la partecipazione delle associazioni delle comunita’ di immigrati che mantengano con le comunita’ dei Paesi di origine rapporti di cooperazione e sostegno allo sviluppo”.

Il Summit, allora, puo’ essere l’inizio di un percorso. “A partire dagli incontri territoriali delle settimane scorse presenteremo una road map per favorire la partecipazione delle diaspore alla cooperazione internazionale” annuncia Dioma.

Convinto che un primo risultato sia gia’ stato raggiunto: “All’inizio c’era pessimismo mentre ora parlerei addirittura di entusiasmo; speriamo che il governo risponda alle aspettative delle comunita’”.


L’AMBASCIATORE VENIER: SOSTENIAMO LE IMPRESE DEI MIGRANTI

“L’impegno e’ allargare all’Unione Europea, per replicare un progetto capace di trasformare l’energia delle diaspore in imprese al servizio dello sviluppo dell’Africa”: a parlare con la DIRE e’ l’ambasciatore d’Italia in Senegal, Paolo Venier.

Al centro del colloquio la possibile nuova fase di un programma di riferimento, testato tra il 2009 e il 2015. L’acronimo e’ Plasepri, che sta per Piattaforma di appoggio al settore privato e alla valorizzazione della diaspora senegalese in Italia.

A partire da un accordo siglato dai governi di Roma e Dakar nell’agosto 2008, e’ stato possibile erogare credito a imprese per decine di migliaia di euro. L’obiettivo era far leva sulla diaspora in Italia per un’azione organica di partecipazione allo sviluppo del Senegal, con il rafforzamento del settore privato. Un esperimento riuscito, spiega ora Venier, che sottolinea come il governo di Dakar abbia chiesto il bis.

“Noi vogliamo farlo allargando con risorse Ue del fondo fiduciario della Valletta e puntando alla soglia dei 30 milioni” dice l’ambasciatore. Convinto che il lancio potra’ avvenire presto anche perche’, fin d’ora, si stanno mettendo a punto i meccanismi con il Senegal.

“Della partita e’ anche la Cassa depositi e prestiti” sottolinea Venier: “Lavoriamo al ‘fine-tuning’, ai ritocchi, consapevoli che in prospettiva la sfida fondamentale e’ agganciare i fondi privati per colmare il gap degli investimenti”.

L’assunto e’ che lo sviluppo sia l’unica strada percorribile per far fronte davvero, nel medio e nel lungo periodo, a fenomeni complessi. Un’idea che sta dentro il meccanismo istituito a Malta nel 2015; denominato, appunto, ‘Fondo fiduciario d’emergenza dell’Unione europea per la stabilita’ e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa’.

Secondo l’ambasciatore, il nesso tra opportunita’ e riduzione dei flussi e’ evidente in tutta una serie di attivita’ promosse dall’Italia in Senegal. Storicamente nel sostegno al comparto agricolo, ambito privilegiato del nostro intervento accanto alla promozione dei diritti e della parita’ di genere. Con energia e iniziative, pero’, sempre nuove.

A confermarlo il lancio il mese scorso a Dakar di CinemArena, rassegna itinerante organizzata dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) con l’obiettivo di portare nei villaggi animazione, film e dibattiti sulle migrazioni.

In cartellone ci sono opere ricche di spunti, spesso di registi locali, come nel caso di ‘La Pirogue’ di Moussa Toure’ o di ‘Une place dans l’avion’ di Khadidiatou Sow. “CinemArena – spiega Venier – sta toccando buona parte del Senegal e soprattutto le aree piu’ remote e interessate dal fenomeno, da dove i giovani partono sia per motivi economici che per una cultura dell’emigrazione”.

Ma l’obiettivo qual’e’? “Sensibilizzare sulle difficolta’ e i rischi delle partenze – risponde l’ambasciatore – ma anche mostrare le opportunita’ e i successi di chi decide di restare, magari anche grazie all’impegno italiano”.

 

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