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Prato, falsi permessi di soggiorno 15 arresti. Rossi: “Non esistano zone franche”

Operazione della Guardia di Finanza in 5 regioni italiane, coinvolti imprenditori italiani e cinesi

Pubblicato:16-11-2016 11:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:18

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prato1FIRENZE – È scattata stamattina alle 5 l’operazione ‘Colletti bianchi’, che vede impegnati 400 militari della Guardia di finanza in esecuzione di 34 misure cautelari personali, delle quali tre in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 19 misure interdittive della libertà personale, oltre a 111 decreti di perquisizione locale e personale nei confronti di 83 indagati in cinque regioni italiane: Toscana, Veneto, Lombardia, Campania e Marche. Ad essere coinvolti professionisti, imprenditori e cittadini cinesi ed italiani, la maggior parte dei quali residenti nella Provincia di Prato. I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Prato, su richiesta della Procura, prevedono la contestazione dei reati di associazione a delinquere, induzione in errore dell’ufficio immigrazione, falsità ideologica nel rilascio di rinnovi di permessi di soggiorno ed immigrazione irregolare.

Non devono esistere zone franche, i diritti dei lavoratori sono al centro della nostra politica ed è per questo oggi plaudo all’iniziativa della procura di Prato e della Guardia di finanza che con la loro attività di repressione ci consentono di lavorare meglio affinché emerga dall’illegalità il valore di un’economia sommersa che Irpet stima aggirarsi i intorno al miliardo di euro l’anno”. Questo il commento del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sulla maxi operazione della guardia di Finanza che, su impulso della procura di Prato stamane ha fatto scattare un’operazione con centinaia di perquisizioni in ditte cinesi e studi di professionisti, in Toscana ma anche nel resto del Paese.

I reati contestati sono “associazione a delinquere finalizzata alla sistematica attività di permanenza, in condizioni di illegalità, di cittadini cinesi sul territorio nazionale” (aggirando o violando la normativa fiscale, previdenziale e della sicurezza sui luoghi di lavoro); falsità ideologica nel rilascio di rinnovi di permessi di soggiorno; immigrazione senza regolare titolo di soggiorno. “L’1 dicembre del 2013, giorno del tragico rogo della Teresa Moda a Prato, in cui sette operai cinesi (cinque uomini e due donne) morirono nel rogo della fabbrica dove lavoravano ma anche vivevano, è stato lo spartiacque- spiega Rossi– Da allora l’impegno istituzionale si è rafforzato con attività di prevenzione, controllo, percorsi paralleli di rientro e di ‘affiancamento'”.


di Carlandrea Poli, giornalista

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