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PERUGIA – Il primo impatto quando si arriva al Castello di Solfagnano, per partecipare ai lavori del G7 Disabilità e Inclusione, è curato dal servizio di accoglienza dei ragazzi della cooperativa di impresa sociale ‘Albergo Etico’. Sono stati loro ieri ad indirizzare i ministri nelle differenti sale per partecipare ai meeting e ai vari tavoli di lavoro. “Provengo da Asti e lavoro nel ristorante Tacabanda da cui è nato il progetto ‘Albergo etico’ e oggi sono il consigliere dell’albergo etico di Asti“, racconta alla Dire Niccolò, un giovane adulto con sindrome di Down. “Io faccio il cameriere e lavoro tantissimo. L’importante- dice Niccolò- è che ci sia lavoro per avere un rapporto con i clienti”.
Alex Toselli è il co-fondatore della cooperativa di impresa sociale ‘Albergo etico‘ che in Italia ha seguito negli ultimi 7 anni quasi 300 persone con disabilità intellettiva. “Attualmente a vario titolo lavorano presso le nostre strutture quasi 40 persone con disabilità intellettiva e fisica e quasi il 70% sono stabilizzate presso l’Hotel etico o altre strutture turistico-ricettive e imprese che hanno deciso di scommettere su queste persone che sono risorse”.
Dallo spettro autistico alla sindrome di Down, al ritardo mentale e a tutta la sfera delle disabilità intellettive, in tanti sono impiegati in questi alberghi diffusi per l’Italia, dove è possibile fare anche formazione. “L’Albergo etico è un albergo a tutti gli effetti- spiega Toselli- sono strutture turistico-ricettive di tre, quattro stelle dove il personale professionista del settore è affiancato da persone con disabilità intellettiva in ogni tipo di mansione. L’albergo è la casa per eccellenza e le nostre persone fragili possono imparare sia quello che a loro serve per una vita autonoma e indipendente, che formarsi a livello professionale e di conseguenza meritarsi il posto di lavoro. Questa è una storia di talento, non è una storia di pietà e compassione- ribadisce Toselli- qui noi lavoriamo e formiamo persone che sono cittadini attivi“.
Dopo il G7 “ci aspettiamo che al centro venga messa la persona in quanto determinata e non perché ha una disabilità. Ci aspettiamo che venga visto non quello che manca, bensì quello che si ha ed è questa la filosofia che ci permette di scoprire il talento che è in ognuno di noi”.
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