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La scrittrice Tadjo: “In Africa i presidenti a vita sono una minaccia”

Tadjo del Costa d'Avorio, ha siglato con Tierno Monenembo, della Guinea, e Eugene Ebode del Camerun due Manifesti per il bene della la Democrazia in Africa

Pubblicato:16-10-2020 14:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:04

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ROMA – “In Africa la democrazia è in pericolo: aumentano i presidenti che manipolano la Costituzione, imbavagliano le opposizioni e perseguitano i manifestanti per restare al potere. Ma questo fa tornare l’Africa indietro agli anni ’90, quando prevalevano i sistemi a partito unico, mentre la gente ha bisogno di guardare avanti, di lavorare per progredire, senza doversi preoccupare di cosa combinano i loro politici”. Così all’agenzia Dire Veronique Tadjo, scrittrice, poetessa e artista nata a Parigi 65 anni fa e cresciuta ad Abidjan, in Costa d’Avorio, il Paese di suo padre.

Grazie ai frequenti viaggi in Africa, Europa e Stati Uniti, questa intellettuale ha sviluppato una visione politica che l’ha portata a sottoscrivere ad agosto, con altri due firme del panorama letterario euro-africano, il ‘Manifesto per dire basta ai presidenti a vita in Africa‘, a cui solo pochi giorni fa è seguito un secondo appello: ‘L’Africa ha bisogno di nuovi leader’.

Insieme a Tadjo, Tierno Monenembo, origini della Guinea, e Eugene Ebode, del Camerun. Come la Costa d’Avorio, si tratta di Paesi alle prese con capi di Stato accusati di non voler lasciare la poltrona. Il primo sulla lista è l’83enne Alpha Condé, che dopo dieci anni alla guida della Guinea ha modificato la Costituzione per potersi presentare alle elezioni, in programma domenica. Il 31 ottobre toccherà invece alla Costa d’Avorio andare alle urne: anche il 78enne Alassane Ouattara cerca un terzo mandato nonostante i dieci anni già trascorsi alla guida del Paese. Infine c’è Paul Biya in Camerun, che fa apparire i colleghi “novellini”: ricopre l’incarico dal 1982.


Siamo scrittori – dice Tadjo – ma prima di tutto cittadini preoccupati di fermare una tendenza che sembra propagarsi soprattutto in Africa occidentale“. Oltre agli Stati d’origine dei tre intellettuali, i due Manifesti esprimono preoccupazione anche per altri Paesi, come ad esempio il Mali, dove gli effetti del colpo di stato dei militari del 18 agosto sono tutti da valutare. Secondo la scrittrice, che ha dedicato parte dei suoi romanzi ai giovani per trasmettere i valori della cittadinanza attiva, il problema potrebbe aggravarsi

“La democrazia è in crisi in molte parti del mondo – dice TAdjo – ma l’Africa rappresenta l’anello debole”. Secondo l’intellettuale, la pandemia di Covid-19 “ha distolto lo sguardo dei Paesi occidentali tradizionalmente attenti al rispetto delle regole democratiche. Non chiediamo delle ingerenze, ma è dannoso non poter più contare sul loro sostegno”. Da qui l’idea del Manifesto: “Vogliamo rilanciare la cultura della libera espressione e finora abbiamo ottenuto centinaia di adesioni, soprattutto da parte dei giovani grazie ai social network”. Più in generale, l’appello è a una presa di coscienza collettiva che goda anche del supporto di attori internazionali come l’Unione Africana, le Nazioni Unite e la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas). Oltre alla corruzione nelle istituzioni, un rischio crescente sarebbe rappresentato dai gruppi armati che destabilizzano il Sahel, alcuni dei quali affiliati ai jihadisti di Al-Qaeda e dello Stato islamico. Il secondo Manifesto appena diffuso – ‘L’Africa ha bisogno di nuovi leader’ – è un appello a elezioni trasparenti e corrette domenica in Guinea.

Tadjo pensa però anche alla sua Costa d’Avorio, dove Ouattara si è ricandidato per sostituire un candidato del partito di governo deceduto improvvisamente. “E’ grave che un partito tanto grande non abbia alternative a un uomo ormai anziano e malato” osserva Tadjo, convinta che per la vita politica nazionale si tratti di “un’ammissione di fallimento”. Ecco perché alle urne, secondo la scrittrice, gli elettori di Guinea e Costa d’Avorio “dovranno dare un segnale forte di rottura col passato, che sia d’esempio per tutti“.

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