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INTERVISTA | Famiglia, nelle separazioni “la casa il 98% delle volte va alla mamma”

Cosa succede alla casa familiare in caso di separazione o divorzio? Ne ha parlato in un'intervista l'avvocato Maria Luisa Missiaggia

Pubblicato:16-10-2019 10:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50

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ROMA – Cosa succede alla casa familiare in caso di separazione o divorzio? Ne ha parlato in un’intervista all’Agenzia Dire l’Avvocato Maria Luisa Missiaggia, esperta di diritto famiglia.

“La casa è sicuramente fonte di profondi dissidi tra genitori o coniugi, perchè innanzitutto è assegnata al genitore collocatario dei figli– ha spiegato- Se non ci sono figli non si può parlare di assegnazione, mentre quando ci sono dei minori, secondo la Cassazione, la casa familiare viene assegnata nel loro interesse, quindi fino a quando non diventano autosufficienti possono restare lì e con loro il genitore che in via prevalente sta con loro“.


“In Italia però, nonostante la legge del 2006 sull’affido condiviso, nel 98% dei casi la casa viene assegnata alle mamme e solo nel 2% dei casi ai papà. É chiaro quindi che chi ha fatto un investimento su un immobile e poi perde questo bene, subisce un grandissimo danno economico e patrimoniale– ha continuato Missiaggia- Infatti intanto deve prendere un’altra casa in affitto se non ne ha altre di proprietà; anche in caso di mutuo, la rata insiste sempre sul coniuge obbligato perchè non è un giudice che può attribuire il pagamento a chi abita la casa. Quindi tutte le tasse sulla casa restano, e continuano a gravare sulla persona anche se non ha il possesso dell’immobile, e il godimento viene garantito invece al coniuge che sta con i bambini”.

Per la Cassazione, “la casa familiare è un centro di affetti, e quindi il bambino non può esserne privato per gli interessi economici o patrimoniali dei genitori e questo è un principio che difficilmente può essere contrastato dalla giurisprudenza. Una persona che si trovi in questa situazione quindi può solo cercare un accordo con l’altra parte, rinegoziando il mutuo per esempio, ma non ci sarà mai una sentenza di attribuzione del mutuo integrale al genitore collocatario, un giudice può solo tenerne conto nel definire la quota di mantenimento da dare, questo sia in caso di comunione che separazione dei beni- ribadisce l’avvocato- perchè si fa sempre e solo l’interesse dei figli”.

Ovviamente “questo è quello che succede nel caso del giudiziale- ha continuato- in caso di accordo invece si può decidere tutt’altro, per esempio vendere la casa, affittarla. Questo aiuta ad evitare i lacci della legge, mentre il danno della perdita di una casa si potrebbe ridimensionare con l’alternanza coniugale dei genitori, ad esempio, con il figlio che resta dentro, per esempio a settimane alterne, ma questo presuppone l’esistenza di altre due case dove andare ad abitare negli altri periodi”.

Infine, un consiglio per le coppie che stanno comprando casa. “Sarebbe molto utile fare degli accordi patrimoniali pregressi al matrimonio. Si può cercare una soluzione, come per esempio stabilire prima a chi andrà la casa in caso di separazione- ha concluso Missiaggia- Per il momento solo in ambito patrimoniale, perchè i patti prematrimoniali in Italia ancora non sono legge“.

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