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VIDEO | Ripani: “Recupero muscolo scheletrico grazie alla Human Body Posturizer”

La prima ortesi mobile al mondo con effetti positivi gia' dopo 30 minuti

Pubblicato:16-10-2019 10:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50

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ROMA – Dalla visita ortopedica alla rieducazione funzionale post-chirurgica, da quella post-ictus ai trattamenti domiciliari. Questi sono i servizi offerti dallo studio medico Ripani in piazza Martiri di Belfiore a Roma. Ma c’è di più. Dall’esperienza del fondatore, Maurizio Ripani, è nata anche una nuova ortesi, la Human Body Posturizer (Hbp), dispositivo che permette di assumere la giusta postura e adatto al recupero di tutte le patologie e in pazienti di qualsiasi età. A raccontare all’agenzia Dire il suo funzionamento è stato Maurizio Ripani, professore ordinario dell’Università del Foro Italico.

– Cattiva postura o difficoltà motorie legate all’età o a patologie invalidanti. La risposta arriva da Human Body Posturizer, una sua creatura. Ci dice in quali casi è indicata e precisamente a cosa serve?


“La postura è una branca della medicina e si contraddistingue per la sua multidisciplinarietà. Prima di fornire indicazioni al paziente circa la sua capacità di recupero è sicuramente necessario effettuare un’indagine clinica. Con il progressivo invecchiamento si possono riscontrare alcuni problemi alla colonna vertebrale, alla cervicale, mal di schiena e ancora accusare problemi agli arti inferiori o superiori. In tal senso lo Human Body Posturizer, dopo attente riflessioni e con l’aiuto di altri colleghi, è nato proprio per rispondere a queste problematiche ed è la prima ortesi mobile esistente al mondo. Pensiamo a un caso specifico, ad esempio a un bambino affetto da scoliosi al quale vengono prescritti dei corsetti rigidi che cercano di ‘imporre’ al soggetto una posizione rigida. Cosa succede in tal caso? Succede che l’apparato muscolo scheletrico non viene mai attivato. La nostra ortesi mobile, invece, permette una completa articolarità di tutte le strutture e consente di fare qualsiasi tipo di movimento come camminare e correre. Inoltre, attraverso alcune ricerche scientifiche, è stato possibile appurare che l’Hbp permette il mantenimento della postura stessa. Il risultato è una armonizzazione a livello posturale e un sollievo per il paziente anche se ha sintomatologie dolorose“.

– Quanto dura un protocollo con questa ortesi e quali sono i vantaggi per il paziente?

“Naturalmente il protocollo varia in relazione alla patologia. Si parte da un ciclo di 10 sedute, ma visto che lo Hbp non ha controindicazioni si può portare anche per periodi più prolungati e per un minimo di 30 minuti al giorno. L’effetto positivo di questo esoscheletro passivo è riscontrabile subito dopo la seduta”.

– E’ indicata anche nei traumi da sport? E se sì, deve/può essere associata a sessioni di riabilitazione?

“Certamente la seduta con lo Human Body Posturizer può essere associata al trattamento con il fisioterapista e nei traumi da sport aiuta il recupero funzionale”. –

Dunque questo metodo innovativo agisce solo sull’apparato muscolo scheletrico?

“No. Abbiamo appurato che questo metodo, validato anche da pubblicazioni scientifiche, è efficace nelle patologie neurodegenerative. Penso alla sclerosi multipla, al Parkinson e alla demenza senile. Si tratta di una metodica che non si avvale di impulsi esterni particolari, è piuttosto il riallineamento della parte posteriore che sortisce un effetto sulle strutture propriocettive consentendo, ad ogni fascia d’età dal bambino all’anziano, di recuperare l’equilibrio. Abbiamo testato questa metodologia su 176 pazienti presso l’Università degli Studi di Roma la Sapienza e abbiamo accertato che questa diminuisce sugli anziani il rischio di cadute. Un dato da non sottovalutare poi è la netta diminuzione dell’ospedalizzazione tipica nel post caduta nei soggetti più fragili e questo genera un grosso risparmio di spesa che altrimenti graverebbe sul Ssn”.

– Oltre allo Human Body Posturizer lei ha messo a punto una sua tecnica, di cosa si avvale?

“Oltre a questo tipo di ortesi noi trattiamo i pazienti attraverso un attivatore neuromuscolare, che ho chiamato così per non confonderlo con il classico elettrostimolatore. E’ differente perché ho immesso, all’interno di questo strumento, un’onda particolare che si avvicina alla Qrs tipica del tracciato elettrocardiografico. Dopo una attenta valutazione ho accertato che esiste un miglioramento sostanziale sia a livello muscolare che a livello neurologico”.

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