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Mohamed e gli altri, rimasti in Etiopia e diventati contadini. Un progetto fotografico li racconta

Il progetto 'Mobilità della gioventù rurale', sostenuto da Fao e Aics, ha portato alla creazione di 50 piccole imprese agricole

Pubblicato:16-10-2017 09:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:47

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ROMA – “Vogliamo avviare la nostra azienda orticola ed essere un modello per gli altri giovani del territorio“, spiega Mohamed Seid, che vive con la moglie e due figli nel villaggio di Waraba, regione Amhara, in Etiopia. Grazie al progetto ‘Mobilità della gioventù rurale’ sostenuto dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao) e dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Mohamed Seid, 28 anni, e 16 altri giovani hanno dato vita alla ‘Edget Horticulture Producers Youth Enterprise’. “Abbiamo deciso di produrre ortaggi, adesso che possiamo coltivare 2-3 volte l’anno grazie al sistema di irrigazione” afferma ancora Seid.

IN ETIOPIA HANNO INTRAPRESO QUESTA STRADA 360 GIOVANI

Il progetto ‘Mobilità della gioventù rurale‘ – spiega alla DIRE Paola Termine, funzionario Fao per la migrazione rurale giovanile – ha formato e avviato al lavoro agricolo circa 360 giovani in Etiopia e attraverso la creazione di 50 piccole imprese agricole, ha beneficiato almeno 400 giovani grazie ad opportunità di lavoro diretto ed indiretto in Tunisia. L’iniziativa, che ha preso il via quasi due anni fa e sta per concludersi, ha inoltre fornito loro strumenti e tecnologie per lavorare la terra.


UN PROGETTO PER DARE UNA CHANCE A CHI VOLEVA RESTARE IN ETIOPIA

“In Etiopia, il progetto ha facilitato l’accesso dei giovani agricoltori ad alcuni terreni in disuso, grazie alla mediazione delle autorità locali” spiega ancora l’esperta, di base a Tunisi, che oggi si trova a Roma in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione indetta dalla Fao che si celebra il 16 ottobre.

“Il progetto ha l’obiettivo principale di agire sulle cause dell’emigrazione dei giovani dalle aree rurali in Tunisia ed Etiopia – afferma ancora la funzionaria – ma oltre a voler dare un’opportunità ai giovani che volevano restare nelle proprie zone d’origine, il nostro intervento ha anche valorizzato i benefici potenziali dell’emigrazione e degli investimenti diretti della diaspora in progetti agricoli nelle aree di origine.

 

LE TESTIMONIANZE DI MOHAMED E DEGLI ALTRI SONO DIVENTATE ‘LA MIA STORIA’

Adesso in Etiopia la Fao si sta impegnando perché il Paese possa integrare queste esperienze come interventi di interesse strategico nella propria politica per la creazione di occupazione rurale“. La testimonianza e le fotografie di Mohamed Seid sono state raccolte, insieme a quelle di altri 25 agricoltori, nell’ambito dell’iniziativa ‘La mia storia‘, sviluppata per informare sui programmi di sviluppo della Fao e di come i giovani agricoltori possano essere sostenuti a superare le difficoltà nell’impiantare le loro attività agricole in 15 Paesi del mondo.

di Giulia Beatrice Filpi, giornalista

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