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I pescherecci tornano in mare, è finito il fermo

Torna il pesce a chilometro zero in tutta Italia

Pubblicato:16-10-2016 14:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:10

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peschereccioROMA – Tornano in mare i pescherecci lungo la costa dell’intera Penisola per rifornire di pesce fresco dall’inizio della settimana i mercati, la filiera e la ristorazione, con la fine del fermo pesca lungo lo Ionio e il Tirreno, da Brindisi ad Imperia, che è stato l’ultimo tratto di mare ad essere interessato dal provvedimento di blocco delle attività che ha riguardato quest’estate anche l’Adriatico. Lo rende noto Impresa Pesca Coldiretti che auspica che questo sia l’ultimo anno di fermo pesca realizzato con l’attuale format che ha dimostrato di essere inadeguato poiché non tiene peraltro conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo.

La fine del fermo pesca porta peraltro sul mercato una grande quantità di prodotto proprio nel momento in cui, con il termine del periodo estivo,  i consumi calano con l’effetto di far crollare i prezzi ai livelli insostenibili mentre il pesce resta sui banchi.

Basti pensare al caso delle triglie, le cui quotazioni sono crollate anche fino a 0,1 euro al chilo, mentre le gallinelle vengono pagate anche a 0,5 euro al chilo. Una ottima occasione per acquistare dunque pesce con il via libera  – sottolinea la Coldiretti – lungo tutta la costa italiana a fritture e grigliate a “chilometri zero” realizzate con il pescato locale e meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero delle stessa specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano. Le importazioni di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici sono aumentate in quantità del 3% nel primo semestre del 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.


Complessivamente le importazioni durante l’intero anno nel 2015 sono state di 769 milioni di chili, dei quali ben il 40% viene da paesi estracomunitari secondo l’analisi della Coldiretti. Tra l’altro nei primi tre mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti Impresapesca su dati Istat.

Il ritorno in mare – continua la Coldiretti – è importante per le marinerie, le quali negli ultimi 30 anni hanno perso in Italia il 35 per cento delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di autoapprovvigionamento del pescato. Ma sulla ripresa delle attività pesa il mancato arrivo dei fondi per il fermo 2015, il cui sblocco era stato annunciato nel luglio scorso, con i pagamenti che sarebbero dovuti scattare da settembre. Un problema che pesa sui bilanci della flotta Italia, visto e considerato che dal vecchio fermo è ormai trascorso più di un anno. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa).

COME SCEGLIERE L’AREA DI PESCA

Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.

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