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Occupazioni a Bologna, Merola vede Prefetto e Questore: Incidente chiuso

Clima teso prima del faccia a faccia: disappunto del sindaco per la mancata comunicazione dello sgombero e per richiesta Digos dei video di Frascaroli

Pubblicato:16-10-2015 13:06
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:39

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BOLOGNA – Dopo circa mezz’ora di faccia a faccia, il sindaco Virginio Merola è uscito dal vertice con il prefetto Ennio Mario Sodano e il questore Ignazio Coccia dichiarando: “Ci siamo chiariti definitivamente, la collaborazione riprende, l’incidente è chiuso”. Ma lascia intendere che alcuni punti restano ancora da chiarire, ad esempio la richiesta della Digos di acquisire i filmati con le dichiarazioni dell’assessore al Welfare, Amelia Frascaroli. “Su questo mi riservo un supplemento di riflessione, mi informerà se vige l’immunità parlamentare anche per gli assessori”, conclude con una battuta.

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CLIMA TESO PRIMA DELL’INCONTRO – Continuano gli strascichi dello scontro istituzionale a Bologna nato ieri dopo lo sgombero di via Solferino. Il sindaco Virginio Merola sta incontrando in questi minuti il prefetto Ennio Mario Sodano e il questore Ignazio Coccia, per un chiarimento sui fatti di ieri. Il primo cittadino ha dimostrato questa mattina tutto il suo disappunto per la mancata comunicazione agli assistenti sociali e anche per la richiesta della Digos di acquisire i filmati con le dichiarazioni dell’assessore Amelia Frascaroli. “Di questo ho bisogno di parlare con prefetto e questore”, si limita a dire Merola, prima di entrare nell’ufficio di Sodano. La tensione del resto è visibile. Sindaco, prefetto e questore stamattina erano tutti presenti alla firma del nuovo protocollo sulla sicurezza a Bologna tra Comune e Prefettura. Ma mentre Merola e Sodano si sono salutati con sorrisi e calorose strette di mano, sindaco e questore non si sono neanche guardati. Non una stretta di mano, non un saluto. Insomma, si sono ignorati. Al tavolo dei relatori, tra loro, si è seduto il sindaco di Imola e vicepresidente della Città metropolitana, Daniele Manca. E quando il primo cittadino imolese è andato via, il posto è rimasto significativamente vuoto.


LE PAROLE DI FRASCAROLI – “Sono ben consapevole che queste esperienze, lo dico con molta tranquillità, in questa città stanno creando valore sociale“. A poche ore dallo sgombero di via Solferino, Amelia Frascaroli torna ad usare parole di comprensione per il fenomeno delle occupazioni abitative. In passato il tema ha già sollevato aspre polemiche, soprattutto per lo stop dato a Frascaroli in particolare da una parte del Pd, ma l’assessore al Welfare del Comune di Bologna non rinuncia alla propria idea. “Da molto tempo, almeno da due anni, questa Giunta su questi temi sta lavorando in un confronto anche con tutte le realtà sociali che portano avanti il tema della casa”, ricorda Frascaroli, confrontandosi di persona con i collettivi che oggi si sono ritrovati a Palazzo D’Accursio dopo lo sgombero. Un lavoro che l’amministrazione, aggiunge l’assessore, sta compiendo con una “fatica, istituzionale e complessiva, enorme”. C’è stata, però, la volontà di “partire da esperienze anche di occupazione- continua l’assessore- per cogliere il segnale, pur con un gesto illegale” alla base di queste azioni. Del resto, “quante volte da gesti illegali sono nati poi percorsi, se guardiamo alla storia- manda a dire Frascaroli- che hanno trovato spazio giuridico e amministrativo e che hanno contribuito a modificare anche le leggi?”. Di esempi “ne potremmo ricordare tanti anche nella storia di Bologna”, a partire “dal sindaco Zanardi- dichiara l’assessore- che agiva molto spesso fuori dalla legalità”; ma episodi del genere se ne trovano “anche in tutta una serie di esperienze molto più recenti”.

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