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Ghio (Pd): “Serve una legge organica contro il dissesto idrogeologico”

La segretaria del Pd in Liguria e candidata alla Camera: "I cerotti sulle ferite non bastano più, ci vuole una normativa integrata"

Pubblicato:16-09-2022 15:52
Ultimo aggiornamento:16-09-2022 16:37

Valentina Ghio
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Genova – “In molte regioni, stiamo procedendo col mettere cerotti sulle ferite, a frittata ormai fatta. Invece, occorrerebbe lavorare con grande forza a una legge organica, integrata, che tenga insieme la lotta al cambiamento climatico, ma anche la prevenzione del dissesto“. E’ la proposta lanciata all’agenzia Dire da Valentina Ghio, segretaria del Pd in Liguria, sindaca di Sestri Levante e candidata dem nell’unico collegio plurinominale ligure alla Camera, seconda in lista dietro Andrea Orlando, poche ore dopo l’ennesima tragedia causata dal maltempo, che la notte scorsa ha colpito le Marche.

Un provvedimento normativo nazionale che metta a sistema tutte le componenti oggi necessarie, a partire da fondi adeguati per la manutenzione del territorio, passando per il sostegno all’agricoltura, presidio fondamentale per evitare lo spopolamento dell’entroterra. “E’ un tema che riguarda tutto il Paese, come i disastri di stanotte nelle Marche ci insegnano, ma che riguarda in modo molto deciso anche la Liguria, come ha ricordato la violenta ondata di maltempo che circa un mese fa ha colpito proprio Sestri Levante“.

Le emergenze sono tante: dall’erosione della costa alle frane dell’entroterra, senza dimenticare il consumo di suolo. “A mio avviso, oggi manca proprio uno strumento legislativo strutturale che tenga insieme tutte queste dimensioni”, ribadisce l’aspirante deputata. “Ci sono diversi strumenti singoli, ma manca organicità: mentre nelle destra troviamo, talvolta, anche posizioni negazioniste non più corrispondenti alla realtà dei fatti, viste le tragedie drammatiche che si susseguono, credo che il Partito democratico- esorta la segretaria ligure- debba agire sul filone della proposta e lavorare su una nuova legge che tenga insieme più dimensioni”.


‘DA GENOVA A ROMA LE MISURE DI PROTEZIONE CIVILE NON BASTANO’

La necessità di una nuova norma parte da quanto osservato in questi anni con gli occhi di amministratrice ligure. “La carenza di organicità di una legislazione che possa avere una valenza preventiva si è sentita molto- sostiene Ghio- un conto sono le procedure di protezione civile che avvengono a emergenza in corso, un conto è il lavoro congiunto che riguarda più settori, più ministeri, più assessorati. Negli anni, ad esempio, i soldi a disposizione per la pulizia straordinaria dei torrenti e dei rii, erogati dalla Regione ai Comuni, sono costantemente diminuiti e su questo bisogna invertire la rotta. Così come è necessario farlo con una serie di misure a presidio dei versanti dell’entroterra”.

‘MIGLIORARE I SERVIZI NELL’ENTROTERRA PER CONTRASTARE L’ABBANDONO’

In questo caso, la proposta della sindaca di Sestri Levante spazia dall’agricoltura a tutta una serie di servizi per le aree interne: “Trasporti, mobilità, scuola, sanità…far sì che nell’entroterra ci siano servizi pubblici efficienti non è scollegato dal tema del dissesto perché contribuisce ad arrestare l’abbandono delle aree interne. Per questo dico che serve un provvedimento integrato: non possiamo pensare che la Liguria, come molti altri territori, cresca e si sviluppi tenendo in considerazione solo i grandi presidi, ma si deve tenere assieme tutelando le sue tante diversità”.

E, passando alla critica politica, “in Regione Liguria questo pensiero organico, strutturale, preventivo in questi anni non c’è stato– attacca- anche in questo caso, ci sono stati i cerotti sulle ferite, anche grazie a grandi fondi arrivati dalla Protezione civile nazionale e dati ai Comuni che hanno saputo progettare”.

‘SERVE UN ARGINE PERENTORIO AL CONSUMO DI SUOLO’

Questo tema, ribadisce Ghio, “non si può risolvere per compartimenti stagni. In primo luogo, naturalmente, ci devono essere interventi attinenti alla protezione, alla tutela del territorio, alla prevenzione dell’erosione, alla cura delle frane in stato embrionale, a un piano di manutenzione che consenta agli enti locali di farvi fronte: un provvedimento che tenga insieme le risorse e gli indirizzi a Regioni ed enti locali per tutti gli interventi necessari alla prevenzione del territorio“.

Ma, conclude, “non può mancare un collegamento, di pensiero e di proposta, con altri strumenti normativi di presidio del territorio (rifacendosi ad esempio al progetto Aree interne promosso da Fabrizio Barca) che consentano di migliorare la vivibilità di luoghi soggetti all’abbandono, prevenendo lo spopolamento che incide tantissimo sul tema del dissesto. Così come incide il tema del consumo di suolo, su cui occorre porre un argine in modo perentorio”.

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