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Marche, Gozzini (Cnr): “Disastro prevedibile, ma non per luogo e tempi”

Per il direttore del Cnr Lamma le caldissime estati come questa che sta per concludersi, il riscaldamento dei mari e fenomeni atmosferici come vento e grandine non possono che portare a catastrofi di questo tipo

Pubblicato:16-09-2022 16:37
Ultimo aggiornamento:16-09-2022 16:37
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ROMA – L’ondata di maltempo che ha travolto le Marche provocando morti e dispersi era prevedibile, ma “è impossibile prevedere con esattezza dove un quantitativo di pioggia così intenso andrà a cadere, nonostante i progressi della tecnologia a nostra disposizione”. Lo ha detto alla Dire, il direttore del Cnr Lamma, Bernardo Gozzini, secondo il quale lunghe e caldissime estati come questa che sta per concludersi, il riscaldamento dei mari e fenomeni atmosferici come vento e grandine non possono che portare a catastrofi di questo tipo. Specialmente in un territorio vulnerabile e ad alto rischio come il nostro.

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“Il riscaldamento del mare di oltre 4-5 gradi sopra la media- ha detto l’esperto del Cnr- dovuto a una stagione estiva lunga e torrida – produce una grande quantità di energia e umidità che a loro volta producono una grande massa di aria calda. Questa da qualche parte che dovrà essere ‘scaricata’”.
Tutto o quasi riconducibile al mutamento climatico in corso quindi? Sembrerebbe di sì, quello che è meno prevedibile tuttavia è riuscire a individuare il luogo esatto dove questa massa d’acqua andrà ad abbattersi: “Noi abbiamo in dotazione strumenti metereologici che cercano di riprodurre al pc l’evoluzione dll’atmosfera- spiega l’accademico- in questo caso si era in presenza di correnti umide che risalivano dalla zona sud-occidentale della penisola per andare a scaricare in prossimità della Toscana. La previsione si è rivelata errata anche dal punto di vista temporale. Questo perchè è impossibile prevedere con esattezza dove un quantitativo di pioggia così intenso andrà a cadere, nonostante i progressi della tecnologia a nostra disposizione”.


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CNR: MARCHE, A CANTIANO (PU) PIOGGIA PIÙ INTENSA ULTIMI 10 ANNI

La perturbazione che nelle ultime ore si è concentrata nelle aree dell’Appennino marchigiano ha causato numerosi e gravi effetti al suolo quali frane e esondazioni dei torrenti. I dati registrati dai sistemi di monitoraggio delle precipitazioni della rete pluviometrica nazionale che Cnr-Irpi importa con cadenza oraria evidenziano che nel pomeriggio-sera di giovedì 15 settembre l’intensità della pioggia registrata al pluviometro di Cantiano (Pesaro Urbino) è risultata essere la più intensa degli ultimi 10 anni.

In particolare, segnala l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (IRPI) del CNR per il pluviometro pluviometro di Cantiano (PU) la cumulata delle precipitazioni registrata nell’intervallo orario 17:00-21:00 è stata di 265 mm. Le intensità orarie più violente si sono avute tra le 19.00 e le 20.00 con 76mm/h, che arrivano al picco di 90 mm/h tra le 20.00 e le 21.00. Tali misure di pioggia hanno incrementato le portate di torrenti e fiumi che hanno causato ingenti danni e vittime nella provincia di Ancona.

MARCHE, CNR: ULTIMI 22 ANNI, MAGGIOR NUMERO MORTI IN TOSCANA (27)

Il Catalogo degli eventi di frana e inondazione con danni alle persone, realizzato dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (IRPI) del CNR per un periodo temporale più ampio e a scala nazionale, indica che “nei 22 anni tra il 2000 ed il 2021 le regioni con il più alto numero di vittime per fenomeni di inondazione sono state la Toscana (27), la Sicilia (25), la Sardegna (24) e la Liguria (24)”. Durante lo stesso periodo “la regione Marche ha subito vari eventi alluvionali che hanno in totale causato 7 vittime”.

La banca dati CNR IRPI contiene, quando note, anche le informazioni sull’orario e sulle modalità con cui uomini e donne perdono la vita a causa degli eventi geo-idrologici. In generale, analizzando i dati degli ultimi 50 anni si riscontra che a perdere la vita a causa delle inondazioni sono in maggioranza gli uomini (61% uomini, 39% donne) e che le persone decedute all’aperto risultano essere tre volte quelle al chiuso.

Viaggiare in auto lungo le strade allagate costituisce una condizione di pericolo. In questo caso i dati dimostrano che sono gli uomini giovani e adulti a rimanerne vittime. Per quanto riguarda le persone che rimangono bloccate nei locali posti al pianterreno e nei seminterrati, queste sono in maggioranza donne adulte ed anziane. I dati analizzati anche per fasce di orario dimostrano che le condizioni di scarsa luminosità, quindi le ore serali e notturne, sono quelle durante le quali si è registrato il maggior numero di vittime. “Le analisi effettuate attestano quanto la conoscenza e la diffusione di informazioni circa le modalità e le circostanze con cui i processi geo-idrologici interagiscono con le persone può aumentare la consapevolezza della popolazione circa questi rischi”, avverte la nota CNR IRPI.

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