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Gimbe: “Tutti i dati della pandemia sono in miglioramento”

Dopo otto settimane di aumento, si registra una riduzione anche nel numero di posti letto occupati da pazienti Covid-19

Pubblicato:16-09-2021 11:47
Ultimo aggiornamento:16-09-2021 16:47

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ROMA – Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva, nella settimana 8-14 settembre 2021, rispetto alla precedente, tutti i numeri in calo. Scendono i nuovi casi (33.712 vs 39.511, pari a -14,7%), i decessi (389 vs 417, pari a -6,7%, di cui 52 riferiti a periodi precedenti), i casi attualmente positivi (122.340 vs 133.787, -11.447, pari a-8,6%), le persone in isolamento domiciliare (117.621 vs 128.917, -11.296, pari a -8,8%), i ricoveri con sintomi (4.165 vs 4.307, -142, pari a -3,3%) e le terapie intensive (554 vs 563, -9, pari a -1,6%).


Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, dichiara che “continuano a diminuire i nuovi casi settimanali, sia come numeri assoluti che come media mobile dei casi giornalieri che si attesta a 4.816”. Nella settimana 8-14 settembre 2021, rispetto alla precedente, quattro regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in sole due regioni aumentano i casi attualmente positivi. Scendono a 56 le province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Sicilia e Umbria tutte le province raggiungono o superano tale soglia. Solo in due province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (178) e Messina (168). In calo anche i decessi: 389 negli ultimi 7 giorni (di cui 52 riferiti a periodi precedenti), con una media giornaliera di 56 rispetto ai 60 della settimana precedente.


La responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe, Renata Gili, afferma che “sul fronte ospedaliero, dopo otto settimane di aumento si registra una lieve riduzione dei posti letto occupati da pazienti Covid-19, che scendono del 3,3% in area medica e dell’1,6% in terapia intensiva”. A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), anche se persistono notevoli differenze regionali: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (21%) e Calabria (17%), per l’area critica sopra la soglia del 10% Marche (13%), Sicilia (11%) e Sardegna (11%). Il Direttore Operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti, spiega che “iniziano a scendere anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva, con una media mobile a 7 giorni di 36 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente”.


Analizzando le formiture dei vaccini, alle ore 6:09 del 15 settembre risultano consegnate 91.849.241 dosi: con 3,7 milioni di dosi dell’ultima settimana le scorte di vaccini a mRNA superano quota 10 milioni. Sul fronte delle somministrazioni, invece, alle ore 6:09 del 15 settembre il 74,1% della popolazione (n. 43.924.031) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+552.102 rispetto alla settimana precedente) e il 68% (n. 40.295.980) ha completato il ciclo vaccinale (+1.223.873) (figura 8). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.720.055), con una media mobile a 7 giorni di 234.183 somministrazioni/die.


Cartabellotta commenta che “nonostante la considerevole disponibilità di dosi, il numero di prime somministrazioni, dopo tre settimane di stabilità intorno a quota 720-750mila, nell’ultima settimana è sceso a 525mila. In attesa di conoscere gli effetti dell’estensione dell’obbligo del Green pass, è evidente che le attuali strategie della campagna non riescono a contrastare l’esitazione della popolazione ancora non vaccinata“. Sul fronte della copertura vaccinale, l’88,9% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, (+0,5% rispetto alla settimana precedente) con nette differenze regionali: dal 93,3% della Puglia all’83% della Calabria.


In dettaglio: degli oltre 4,4 milioni di over 80, 4.205.980 (93,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 102.620 (2,3%) hanno ricevuto solo la prima dose. Degli oltre 5,9 milioni nella fascia 70-79 anni, 5.353.137 (89,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 133.144 (2,2%) hanno ricevuto solo la prima dose. Degli oltre 7,3 milioni nella fascia 60-69 anni, 6.376.274 (85,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 219.502 (2,9%) hanno ricevuto solo la prima dose. Infine, degli oltre 9,4 milioni della fascia 50-59 anni, 7.491.811 (79,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 440.596 (4,7%) hanno ricevuto solo la prima dose. Complessivamente, 3,9 milioni di over 50 (14,4%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, con rilevanti differenze regionali (dal 17% della Calabria al 6,7% della Puglia): di questi, 3,03 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.


A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, continuano a salire le curve degli under 50, in particolare delle fasce 12-19 e 20-29 anni, che hanno superato le fasce 30-39 e 40-49 anni. Se si analizzano le coperture vaccinali per fascia di età ed il numero delle persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose, in particolare, con le scuole già ripartite, preoccupa che nella fascia 12-19 anni, nonostante il costante incremento delle coperture, ancora 1,53 milioni di ragazzi (33,7%) non abbiano ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali.


Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe si sofferma inoltre sull’efficacia dei vaccini, che da aprile ad oggi si conferma stabile e molto elevata nel ridurre i decessi (96,3%) e le forme severe di malattia che necessitano di ricovero in area medica (93,4%) e in terapia intensiva (95,7%). Relativamente alle diagnosi di SARS-CoV-2, invece, l’efficacia si è ridotta dall’88,5% (periodo 4 aprile-11 luglio) al 77,3% (periodo 4 aprile-5 settembre), in misura inversamente proporzionale all’età: infatti, nella fascia 12-39 anni l’efficacia è scesa sino al 67,2% nelle scorse settimane, ed ora dopo una stabilizzazione sembra risalire.


Cartabellotta informa che “questo conferma che durante il periodo estivo tra i più giovani deve aver influito l’incremento dei contatti sociali e la minore attenzione ai comportamenti individuali, fondamentali per prevenire il contagio anche nelle persone vaccinate”. Nei soggetti vaccinati con ciclo completo, rispetto ai non vaccinati, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che porta ad ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso: nelle varie fasce di età, le diagnosi di SARS-CoV-2 si riducono infatti del 77,8-80,7%, i ricoveri ordinari dell’88,8-95,6%, quelli in terapia intensiva del 92,5-97,4% e i decessi del 93,4-100%.


Il Presidente della Fondazione Gimbe prosegue spiegando che “il progressivo aumento delle coperture vaccinali e l’adesione ai comportamenti individuali hanno permesso di contenere la quarta ondata e i nuovi casi e i ricoveri hanno finalmente iniziato a scendere. Tuttavia, con l’autunno alle porte, la riapertura delle scuole e i 9,4 milioni di persone, oltre agli under 12, che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, si rischia una ripresa della circolazione del virus e un aumento delle ospedalizzazioni con conseguenti limitazioni nell’assistenza ai pazienti non Covid-19″.


Cartabellotta sottolinea infine che “in questo contesto, è inaccettabile la presa di posizione di personaggi pubblici, tra cui medici e politici, che, sovvertendo la metodologia della ricerca scientifica, alimentano la disinformazione mettendo a rischio la salute delle persone. Soprattutto di quelle indecise, che rifiutano vaccini efficaci e sicuri confidando in protocolli di terapia domiciliare non autorizzati o addirittura in farmaci dannosi e controindicati”, conclude.

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