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Elezioni comunali, Lecco sceglie il nuovo sindaco. Il centrodestra suona la carica, la sinistra è spaccata

I quattro candidati hanno risposto alle domande della Dire sul futuro della città. Scuola, sicurezza e ambiente le priorità. Con un ballottaggio alle porte che si preannuncia incandescente | Di Nicolò Rubeis

Pubblicato:16-09-2020 13:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:53
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MILANO – A Lecco, dopo dieci anni di Partito Democratico firmati dal sindaco Virginio Brivio, si torna al voto il 20 e 21 settembre e per il centrodestra è l’occasione di riprendersi la città, magari approfittando della spaccatura a sinistra. I tempi, rispetto alle scorse elezioni del 2015, sono cambiati. Il Pd era al 29% e poteva contare sul sostegno di ‘Appello per Lecco’, la lista civica costruita nel 2010 da Corrado Valsecchi, l’attuale assessore ai Lavori Pubblici della giunta di Brivio. In quel caso, il progetto civico di Valsecchi piantò la bandierina al 6% rappresentando negli anni un appoggio importante per i dem, che sostengono ora Mauro Gattinoni.

La scissione di ‘Appello per Lecco’ rischia di portargli via molti voti, considerando anche l’avanzata del centrodestra, forte degli ottimi risultati ottenuti nelle politiche del 2018 e nelle europee dell’anno dopo. Le comunali sono un’altra cosa ma sembra esserci aria di cambiamento in riva al lago di Como. O quanto meno così spera Peppino Ciresa, il candidato sindaco sostenuto dalla Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, ferma al 2% cinque anni fa, e da una lista civica. All’angolo del ring c’è anche il Movimento 5 Stelle, in solitaria con il giovane Silvio Fumagalli, che se la gioca con Valsecchi per essere l’ago della bilancia dell’eventuale ballottaggio.

Mauro Gattinoni, per 19 anni presidente dell’associazione ‘Piccole e Medie imprese di Lecco’, è stato il primo ad aver presentato il programma lo scorso 20 giugno: “Infatti me l’hanno copiato un po’ tutti”, scherza al telefono mentre spiega quale sarà il futuro di tutto il comparto industriale, in una città come Lecco, nota per l’eccellenza nel settore della metallurgia: “Il tema della sostenibilità abbinato alla produzione è già stato affrontato con successo negli anni. Le innovazioni stanno portando nuove opportunità di business che dobbiamo cavalcare. La sfida è quella di adattare il settore alla grande evoluzione tecnologica”.


L’attenzione per il momento è tutta sulle scuole: “Nel piano di diritto allo studio aumenteremo fino a 100.000 euro le risorse per le fasce più esposte. Basti pensare che a Lecco ci sono oltre 1.000 studenti che provengono da famiglie in difficoltà economica e questo dovrebbe farci riflettere sulle povertà nascoste della nostra città, che in apparenza può sembrare molto ricca. A loro faremo avere il pasto in mensa gratuito”.

Il programma di Gattinoni è rimasto aperto fino al 18 luglio scorso, così da far partecipare direttamente i cittadini. Ne è uscito fuori che in molti vogliono maggior attenzione verso tutti i rioni della città, 14 in totale. Il degrado di alcune zone viene imputato dal centrodestra all’amministrazione di Brivio che dal canto suo rivendica gli obiettivi raggiunti, come l’acquisizione storica da parte del comune dell’area dell’Ex Piccola Velocità, vecchio scalo ferroviario appartenuto per oltre 30 anni a Ferrovie dello Stato. Gattinoni in attesa del voto vola basso e assicura ai suoi elettori che si partirà dai dettagli. Per il momento “le grandi opere sono le piccole manutenzioni”.

corrado valsecchiCorrado Valsecchi intanto, fedelissimo di Brivio che lo aveva anche indicato come suo possibile successore, prosegue per la sua strada e punta dritto al futuro: “Quello di Lecco però è nelle mani dei giovani. Nella nostra lista abbiamo coinvolto tanti ragazzi qualificati pescando dai cinque continenti, visto che su 48.000 abitanti, 5.000 sono immigrati regolari” racconta Valsecchi. Il suo ‘Appello per Lecco’ è una ormai una realtà in città, che “il Pd ha abbandonato”.

Un programma che racconta ed evidenzia le problematiche del settore turistico: “L’anno scorso registravamo un +14% di stranieri, ma per confermare quei numeri vanno ripensate molte cose. L’accoglienza che le nostre strutture possono offrire non deve essere improntata solamente al turismo di prossimità”. Valsecchi ricorda poi l’accordo firmato durante il suo assessorato con Open Fiber per la fibra ottica negli armadi in strada (FTTC), presente in quasi tutta la città: “Adesso però vogliamo rendere accessibile una connessione veloce a tutti”. Un passo in avanti necessario imposto dalle esigenze post lockdown.

Senza però dimenticare l’ambiente: “Bisogna cambiare lo stile di vita e investire sull’economia green. Partendo anche dall’inclusione di Morterone nella Grande Lecco”, continua Valsecchi. ‘Un matrimonio che s’ha da fare’, quello tra la città e la piccola perla della Valvassina, scriverebbe questa volta Alessandro Manzoni, lui che da queste parti ha raccontato nei ‘Promessi Sposi’ di un’altra unione complicata, quella tra Renzo e Lucia.

Si dice fiducioso invece Peppino Ciresa, che ha da poco ricevuto anche l’investitura ufficiale di Silvio Berlusconi. Nonostante i recenti problemi di salute il Cav ha assicurato che Ciresa “sarà un buon sindaco”, anche se la coalizione ormai la guida la Lega, con Fratelli d’Italia pronta a ritagliarsi uno spazio anche in città. Ma la priorità in questo momento, assicura il candidato del centrodestra,  “va data alla valorizzazione delle scuole. Ci sono tante realtà da sistemare, comprese molte palestre. Abbiamo degli angoli incontaminati, bisogna sfruttarli. Impariamo ad uscire fuori all’aperto. Sono in contatto con il mondo dello sport- spiega ancora alla ‘Dire’ Ciresa-  dove ci sono molte società che usufruivano di strutture scolastiche che ora si ritrovano senza spazio”.

Un processo di riqualificazione generale, a partire magari dal Liceo Manzoni, “ancora chiuso perché stanno montando dei fabbricati e non sapremo quando avranno finito”. Sul turismo Ciresa sembra avere le idee chiare: “Prima avevamo il settore manifatturiero che tirava, ora tante aziende hanno chiuso. Vogliamo creare un vero e proprio distretto turistico. Va riqualificato tutto il lungolago e bisogna lavorare anche per le nostre montagne, famose in tutto il mondo. Vogliamo creare un brand in onore delle tradizioni, ‘Lecco capitale dell’alpinismo”.

Le visite nelle aziende della città durante la campagna elettorale, “hanno confermato la presenza di imprese innovative che producono in maniera sofisticata e sostenibile e che non vengono valorizzate. Per non parlare delle 14 aree dismesse che sono ferme e non possono essere prese in gestione da nessuno perché bloccate dal piano regolatore del 2015”. E se da una parte Ciresa assicura che i giovani saranno al centro “di un programma a lunga scadenza, fino al 2040”, dall’altra promette che la città “cambierà faccia. Negli ultimi 10 anni sono spariti i giardini fioriti. I rioni periferici sono stati abbandonati e lasciati al degrado. Gli abitanti ci dicono che loro vogliono sentirsi lecchesi e non emarginati. Io posso garantire che saremo attentissimi al decoro di tutte le zone”.

silvio fumagalliE poi c’è il Movimento 5 Stelle, con il classe ‘91 Silvio Fumagalli, il più giovane tra i candidati a sindaco, ed è forse per questo che sembra essere il più convincente sul futuro dei ragazzi: “Voglio creare un tavolo tra la commissione Istruzione del Comune e i rappresentanti d’Istituto della città. Non sarò io a proporre le idee, voglio che nascano da loro. Spesso le posizioni degli studenti non vengono ascoltate. Mi piacerebbe valorizzare anche le assemblee che fanno a scuola e farle diventare un momento attivo di partecipazione”.

Il programma di Fumagalli sembra voler coinvolgere il più possibile gli elettori: “Bisogna avvicinarli alla vita pubblica. Un primo passo è il bilancio partecipativo, attivo già in molti municipi. I cittadini potranno scegliere, tramite raccolte firme o votazioni, come spendere una parte delle risorse comunali”. Ma non finisce qui, perché Fumagalli ha in mente per Lecco una vera e propria ‘piccola Rousseau’: “Proporremo dei referendum consultivi per conoscere l’orientamento dei lecchesi sulle questioni più importanti. Il compito dell’amministrazione sarà monitorare poi l’avanzamento tempestivo delle scelte prese dai cittadini”.

L’ambiente trova ovviamente ampio spazio nel programma del pentastellato: “Ci sono tante aree dismesse in declino che vanno restituite alla collettività. Ma farlo- avverte Fumagalli- non significa aumentare la volumetria del costruito. Bisogna ampliare il verde cittadino”. Un altro punto fondamentale per il giovane grillino è la sicurezza: ”Distinguendo però tra quella reale e quella percepita. Lecco è una città sicura ma il cittadino pensa di no. Questo accade per la mancanza dei presidi della polizia locale sul territorio che vanno invece attivati in ogni zona. E la sicurezza sta anche nella viabilità: vogliamo una zona pedonale in centro ma al tempo stesso garantire a tutti di trovare un parcheggio, magari sotto casa. Sicurezza è anche questo”. 

Essendo Lecco una città che supera i 15.000 abitanti, in caso di mancato raggiungimento di più del 50% di preferenze di un candidato al primo turno, servirà ricorrere al ballottaggio. Un discorso che diventa ancora più importante sul fronte delle alleanze, anche se per il momento sembra essere un tutti contro tutti: “Escludo che ci metteremo a parlare con chi non ha condiviso il nostro percorso dall’inizio” assicura Gattinoni precisando che con “Valsecchi e i 5 stelle ci sono troppe distanze”.

Sarà, ma per arginare il centrodestra forse bisognerà mettersi a un tavolino e ricucire uno strappo, quello con ‘Appello per Lecco’, che oggi sembra ancora evidente: “Avrebbero potuto confluire nelle nostre liste civiche- continua il candidato Pd- ma sono voluti andare da soli, vedremo con quali risultati”. Valsecchi fa orecchie da mercante e precisa che lui “corre per vincere”, ma nel caso di mancato approdo al ballottaggio, si siederà a parlare sia con il Pd sia con il centrodestra: “Alla base dei ragionamenti devono esserci progetti, non ideologie. Siamo disposti a confrontarci anche con Ciresa”.

Lui che invece spera fiducioso di non dover farsi aiutare: “Ma nel caso siamo pronti a parlare anche con il Movimento 5 Stelle”. Fumagalli infatti, non chiude le porte a nessuno: “Cinque anni fa ci siamo confrontati sia con la destra sia con la sinistra. In caso di ballottaggio sarà così anche questa volta. Fondamentale però, trovare punti in comune nei programmi e la volontà di portarli avanti. Se non ci saranno diremo ai nostri elettori di scrivere sulle schede ‘No al teleriscaldamento’, visto che questa sembra essere solo una nostra prerogativa”. 

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