ROMA – Sabato riparte la serie A di calcio. Ancora senza pubblico, circa 7 mesi dopo le prime chiusure. La vita è ripartita, scandita come è giusto dalle norme anti-Covid, ma sulla riapertura degli stadi resta l’incertezza. “Vediamo come va”, ripetono le istituzioni alle società. E come deve andare? Con l’autunno e la stagione invernale tutte le previsioni parlano di un probabile aumento dei contagi. E allora all’orizzonte per i club di calcio sembra proprio esserci una fregatura. E invece vanno decise ora le regole e gli stadi riaperti, magari con il 30-40% della capienza come proposto dalle società. I mezzi pubblici non sarebbero più pieni di quanto non lo sono adesso la mattina di un giorno feriale, e le immagini dell’ingresso, con la capienza ridotta e le tante entrate possibili, non sarebbero tanto diverse da quelle già viste in questi giorni per altri eventi. Se però politici e scienziati, che hanno la responsabilità di decidere, hanno dei dubbi, allora devono dire ora ai club che gli stadi resteranno chiusi, ma per tutta la stagione. Quello che sarebbe inaccettabile, infatti, è una riapertura magari a marzo… E poi i club devono sapere subito se potranno contare almeno su una parte degli incassi, quando il calciomercato è aperto e un ridimensionamento dei costi possibile. O magari, con la certezza che gli stadi resteranno chiusi, potrebbero provare a strappare una rivalutazione dei diritti televisivi, che indubbiamente avrebbero un valore maggiore.
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Riaprite gli stadi. Ora, o dite che saranno chiusi tutta la stagione

- Andrea Clerici
- a.clerici@agenziadire.com
- 16 Settembre 2020
- Il Punto
Tra le tante ipotesi sul tavolo, quella più inaccettabile sarebbe quella di una riapertura tardiva, magari a marzo
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